I migranti del Sai di Caserta, "noi abbandonati"

In 105 dovevano essere già trasferiti, ma sono ancora in città
In 105 dovevano essere già trasferiti, ma sono ancora in città
Di ANSA

(ANSA) – CASERTA, 03 APR – “Stiamo ancora a Caserta,
abbandonati al nostro destino, senza vitto e soldi”. È
l’ennesimo grido d’allarme lanciato da uno dei 105 migranti del
Sai (Sistema di accoglienza e inclusione) di Caserta, sospeso a
metà febbraio per sei mesi dal ministero dell’Interno per le
criticità emerse nella gestione da parte del Raggruppamento
temporaneo di imprese formato dalle coop Esculapio, Innotech e
Format. I ragazzi dovevano essere trasferiti per la fine di marzo in
Sai di altre province, secondo una procedura che prevedeva che
la Rti trasmettesse al Comune di Caserta i nominativi dei
beneficiari; nominativi che dovevano poi essere trasmessi al
Viminale, che avrebbe quindi dovuto curare materialmente il
trasferimento in Sai in cui fosse stata reperita la
disponibilità. Ciò al momento non è avvenuto e mentre il tempo scorre, i
beneficiari del Sai di Caserta continuano a vivere in case
fatiscenti dove spesso la luce va via o i riscaldamenti non
funzionano, e a non ricevere, come ormai accade da mesi, né il
vitto e né il pocket money (il primo non lo ricevono da
dicembre, il secondo da settembre); sono costretti dunque ad
arrangiarsi con lavori sottopagati e in nero nelle campagne, nei
ristoranti e dove capita. Su queste situazioni indaga la Procura
di Santa Maria Capua Vetere. Ciò che più preoccupa i beneficiari, tutti ragazzi
adolescenti già traumatizzati dal viaggio fatto per arrivare in
Italia – quasi tutti via mare – e che pensavano di aver svoltato
dopo essere stati inseriti nel Sai, è la totale incertezza sul
futuro. Qualcuno andava a scuola, qualcun altro giocava in
squadre di calcio, tutti volevano essere integrati, secondo
quello che è il principe cardine del Sai. Oggi invece
preferiscono non dire il loro nome per paura di ritorsioni, e
hanno paura di cosa accadrà loro. “Non sappiamo dove andremo e
soprattutto come fare a sopravivvere. Inoltre vorremmo che ci
dessero i soldi arretrati, ma nessuno ci dice nulla. Eppure quei
soldi ci servirebbero tanto”. (ANSA).

euronews pubblica le notizie d'ansa ma non interviene sui contenuti degli articoli messi in rete. Gli articoli sono disponibili su euronews.net per un periodo limitato.

Notizie correlate