Operai su ciminiera: terzo giorno di protesta a 100 metri

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Di ANSA
Vigilia del tavolo a Roma, attesa per esiti incontro
Vigilia del tavolo a Roma, attesa per esiti incontro

(ANSA) – PORTOSCUSO, 02 MAR – Seconda notte a 100 metri di
altezza per i quattro operai che da martedì mattina si sono
asserragliati sulla ciminiera dell’impianto Kss della Portovesme
srl, nel polo industriale del Sulcis. E seconda notte
turbolenta: molto vento con temperature che sono decisamente
calate tra mezzanotte alle 5 e che hanno messo in difficoltà i
lavoratori, che sono attrezzati con sacchi a pelo, coperte e
tende per proseguire nella protesta, giunta al terzo giorno
consecutivo. Almeno sino a domani, quando si riunirà il tavolo
ministeriale a Roma con azienda e sindacati per trovare una
soluzione al prezzo dell’energia. Dagli esiti di quell’incontro scaturiranno diversi effetti:
non solo sarà determinante per la protesta in atto, ma influirà
sulle scelte aziendali e sul futuro occupazionale di circa 1450
lavoratori, 550 diretti, 62 interinali e il resto delle ditte
d’appalto. Nel frattempo il Comune di Portoscuso, il paese del Sulcis
che ospita il sito industriale, ha ribadito, in una nota, la
propria “preoccupazione per la grave situazione sociale e di
ordine pubblico che si sta determinando a causa della decisione
unilaterale della Portovesme Srl di perseguire nel suo intento
di fermare la linea piombo, con la conseguente fuoriuscita dal
ciclo produttivo di oltre 400 lavoratori, tra diretti e
indiretti e tra questi 60 lavoratori interinali che non potranno
godere di nessun ammortizzatore sociale”. L’amministrazione, “in
prospettiva futura l’azienda prefigura inoltre lavorazioni
sostitutive che certamente potrebbero impattare pesantemente
sull’ambiente e sulla salute pubblica oltre che degli stessi
operai, peggiorando i problemi già presenti sul nostro
territorio”, chiarisce che “pur senza pregiudizi nei confronti
di nuove iniziative, non ci potrà essere nessun sostegno
rispetto a ipotizzate future lavorazioni che non garantiscano la
piena tutela dell’ambiente e della salute pubblica così come non
ci potrà essere nessun sostegno, neanche preliminare, a
iniziative che non garantiscano la continuità produttiva e la
tutela di tutti i lavoratori interessati, diretti, indiretti e
interinali”. (ANSA).

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