Figlia nell'Isis, negata la cittadinanza italiana al padre

(ANSA) – VENEZIA, 02 MAR – Il Viminale ha negato la richiesta
di cittadinanza italiana a Redouane Rehaily, cittadino di
origine marocchine e regolarmente occupato in Italia, ma
genitore di Meriem, fuggita da Arzergrande (Padova) a 19 anni
per andare a combattere in Siria con lo Stato Islamico. Lo ha
riferito lo stesso Rehaily, in un’intervista ai quotidiani
veneti del gruppo Gedi.
La decisione è stata confermata anche dal Tar del Lazio, cui
l’uomo aveva fatto ricorso, motivando che il diniego è stato
fatto “sulla base di elementi che non consentirebbero di
escludere possibili pericoli per la sicurezza della Repubblica”.
Attualmente la sua condizione è di lungosoggiornante, dotato di
Carta di soggiorno senza limiti rilasciata nel 2012, padre di
famiglia, con lavoro e casa di proprietà. “Io non ho fatto
niente – ha dichiarato l’operaio -. Ho sempre collaborato con i
carabinieri, sono una brava persona e un onesto lavoratore.
Questa è davvero un’ingiustizia”.
Meriem lasciò nel 2015 la famiglia e la scuola per arruolarsi
nell’Isis; è stata avvistata nel 2018 nel campo di Roj in Siria,
ed è stata condannata in contumacia a quattro anni per
terrorismo. La richiesta di cittadinanza del padre è del 2017;
il primo diniego è del 15 febbraio 2022. Redouane Rehaily non ha
mai approvato la scelta della figlia né l’ideologia dell’Isis, e
tantomeno azioni di terrorismo in Italia o nel resto
dell’Occidente. (ANSA).