(ANSA) – CATANIA, 20 LUG – Pagava quattro braccianti
marocchini 150-200 euro al mese, a fronte dei 1.000 euro
previsti dai contratti collettivi, e avrebbe preteso da loro
8.000 euro, minacciandone il licenziamento, con il pretesto di
doverli utilizzare per ottenere la loro regolarizzazione
avviando la pratica in prefettura. E’ l’accusa contestata dalla
Procura di Catania a un imprenditore agricolo di Paternò
indagato per sfruttamento del lavoro ed estorsione. Nei suoi
confronti carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro,
supportati dai militari della compagnia di Paternò, hanno
eseguito una misura interdittiva disposta dal Gip che gli impone
la sospensione dall’esercizio dell’attività di impresa per un
anno.
Per la Procura, dalle indagini dei militari del Nil di Catania,
supportati dalla compagnia dell’Arma di Paternò, l’imprenditore
avrebbe “costretto” i quattro braccianti a “svolgere turni di
lavoro estenuanti, senza il riconoscimento di ferie, riposi
settimanali ed indennità accessorie e in violazione di ogni
regola in materia di sicurezza ed igiene sui luoghi di lavoro”.
L’inchiesta è nata dalla denuncia dei quattro marocchini
dipendenti dall’imprenditore, sostenuti dall’Organizzazione
internazionale per le migrazioni (Oim), nell’ambito del progetto
DiAgrAmmi Sud finanziato dal ministero del Lavoro e delle
Politiche sociali, sulle cui dichiarazioni hanno avuto origine
gli accertamenti a riscontro dei carabinieri.
Durante le perquisizioni delegate all’Arma dalla Procura su
terreni di pertinenza dell’azienda agricola, a Ramacca e
Paternò, sono stati individuava altri sei lavoratori dei quali
quattro impiegati in nero. Per quest’ultima violazione
l’imprenditore è stato ulteriormente segnalato. (ANSA).
Caporalato: braccianti denunciano, Gip sospende imprenditore

Indagato per paga irrisoria ed estorsione, collaborazione Cc-Oim
Di ANSA