Quattro anni di carcere per Aung San Suu Kyi. L'ex leader del governo civile birmano e premio Nobel per la pace condannata per istigazione alla rivolta e violazione delle misure anti-Covid
Quattro anni di carcere per Aung San Suu Kyi. L'ex leader del governo civile birmano e premio Nobel per la pace è stata condannata per istigazione alla rivolta e violazione delle misure anti-Covid. Destituita a febbraio dalla giunta militare, a fine 2020 la 76enne leader della Lega Nazionale per la Democrazia aveva ottenuto con il suo partito una schiacciante vittoria alle urne, che i militari hanno imputato a "imponenti frodi" tuttavia non rilevate dagli osservatori internazionali.
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La condanna pronunciata oggi riguarda uno dei numerosi procedimenti da allora intentati contro di lei. Alcuni riguardano proprio le presunte frodi di cui viene accusata e potrebbero condurre all'ineligibilità di Aung San Suu Kyi e allo scioglimento del suo partito. Altri si basano su svariate accuse di corruzione, passibili di pene fino ai 15 anni di carcere. Già nei prossimi giorni, la giustizia del Myanmar dovrebbe poi pronunciarsi su un altro caso, incentrato sulla presunta importazione illegale di walkie-talkie e che potrebbe costarle ulteriori 3 anni di detenzione. Tra le prime reazioni quella di Amnesty International: "Condannando Aung San Suu Kyi - ha fatto sapere in un comunicato - la giunta birmana tenta di soffocare le libertà".