La Palma, fase esplosiva del vulcano e fiume di lava fluido

La Palma, fase esplosiva del vulcano e fiume di lava fluido
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Il cono del vulcano si è spaccato a seguito di un'esplosione, sprigionando un torrente di magna incandescente che scende rapidamente lungo il pendio

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Un fiume di lava assai fluido segna l'ingresso del vulcano Cumbre Vieja in una fase esplosiva, più spettacolare ed angosciante per la popolazione dell'isola spagnola di La Palma.

Il cono del vulcano si è spaccato a seguito di un'esplosione, sprigionando un torrente di magna incandescente che scende rapidamente lungo il pendio.

Gli esperti considerano normale l'accaduto, evento tipico dei vulcani delle Canarie, tuttavia la paura comincia concretamente a farsi largo in seno alla popolazione.

Due nuove bocche eruttive

Spettacolo incredibile, ma sempre più danni, disagi e paura.: l'apertura di due nuove bocche eruttive sul vulcano de La Palma spaventa la popolazione, blocca i voli con altre isole delle Canarie e costringe a nuove evacuazioni. 

Veri e propri fiumi di lava sono colati per oltre un chilometro sulle falde del Cumbre Vieja: ondate prima possenti, che poi hanno continuato ad avanzare al ritmo di una settantina di metri all'ora.

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Si intensifica l'attività eruttiva del vulcano Cumbre Vieja, sull'isola delle Canarie, La PalmaDESIREE MARTIN/AFP or licensors

Il vulcano fa terra bruciata: oltre 400 abitazioni "mangiate" dalla lava

Dietro non resta che terra bruciata: ormai oltre 400 le abitazioni e oltre 15 i km di strada mangiati dal magma, secondo le rilevazioni del sistema di osservazione europeo Copernicus. 

Il pericolo, ripetono le autorità sanitarie, è costituito anche da gas e cenere: chiudere le finestre e restare in casa, la raccomandazione per evitare intossicazioni o irritazioni a chi si trova a distanza di sicurezza.

Pedro Sanchez sull'isola: "Stato di calamità e aiuti dal Governo"

Fra i 300 e i 400, intanto, i nuovi evacuati da tre delle zone ora considerate più a rischio: ormai estesa su oltre 190 ettari, la lava minaccia ormai sempre più centri abitati: danni al momento ancora inquantificabili, ma che il premier spagnolo Pedro Sanchez ha promesso di riparare con un potente sostegno del governo. 

Primo passo, ha annunciato, la dichiarazione dello stato di calamità", poi lo sblocco immediato di fondi per alimentare la macchina di aiuti e ricostruzione.

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Fra i 300 e i 400 gli evacuati solo nelle ultime ore. Tre in particolare le località minacciate dalle ultime colateDESIREE MARTIN/AFP or licensors
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