(ANSA) – PADOVA, 09 SET – Le immagini delle tende che
separano le studentesse dai colleghi maschi nella Gharjistan
University di Kabul, hanno creato sgomento anche in un
imprenditore, Alberto Danieli, che di questo oggetto, la tenda
ha fatto il proprio lavoro e la propria vita: “non posso
trattenere il mio disappunto nel vederle utilizzare le tende per
scopi discriminatori e in sé incomprensibili. Mi riferisco a
quanto stiamo vedendo nelle immagini dall’Afghanistan. La tenda
è un oggetto utile, protettivo, che migliorare il comfort per le
persone, mai può essere un espediente per dividere”. Così a
Danieli, ceo della Solaris di Padova, un’azienda leader nel
settore del tendaggio per forniture alle comunità, ha voluto
dare la propria disponibilità all’assunzione di alcuni ragazzi
afghani, se ve ne sarà la possibilità, tra i rifugiati giunti o
che arriveranno in Italia. “Fortunatamente a noi serve
manodopera – spiega – ma potrebbero anche entrare in azienda per
un periodo di formazione, per imparare un mestiere e poi,
chissà, farne il loro lavoro un domani”.
“Oggi intanto – conclude – non possiamo che essere vicini e
solidali alle studentesse e agli studenti afghani che combattono
una battaglia giusta. Le foto della Gharjistan University di
Kabul, dove si vedono studenti e studentesse divisi da una
tenda, rappresenta la negazione dei diritti umanitari: una tenda
si installa per migliorare la vivibilitá degli ambienti in cui
le persone vivono e lavorano e non per dividere”. (ANSA).
Kabul,imprenditore,'tende non sono odio', e apre a rifugiati

Danieli, pronti assumere ragazzi afghani per insegnare mestiere
Di ANSA