(ANSA) - BOLZANO, 10 GIU - La notte tra l'11 e il 12 giugno del 1961 il movimento irredentista sudtirolese Bas fece esplodere 37 tralicci in Alto Adige. L'ondata di attentati entrò nella storia come la Feuernacht, la Notte dei fuochi. A 60 anni di distanza Eva Klotz, ex consigliera provinciale e figlia di Joerg Klotz, detto il "martellatore della val Passiria", ed Edoardo Mori, ex presidente del tribunale del riesame di Bolzano, rispondono, tra l'altro, alla domanda: Terroristi oppure combattenti per la libertà? Eva Klotz non ha dubbi: "Combattenti per la libertà. C'era il tentativo di sottomissione da parte dell'Italia. La pulizia etnica è stata fermata con la Notte dei fuochi e la battaglia per la libertà del Sudtirolo. L'Italia aveva l'obiettivo di raggiungere entro gli anni '70 la maggioranza italiana in Sudtirolo e allora di noi avrebbero fatto quello che volevano", dice. D'altro avviso l'ex giudice Mori. "Finché - dice - uno non ammazza lo si può definire volendo combattente per la libertà, nel momento in cui uccide è un delinquente punto e basta". A oltre mezzo secolo di distanza si torna a parlare di grazia. Anche in questo caso la 'Pasionaria del Sudtirolo' è convinta: "Grazia sì, ovviamente, perché non erano terroristi. Hanno fatto di tutto per evitare morti e feriti", sostiene Klotz. Secondo Mori, invece, "ci sono più motivi per negarla che per concederla". "Questi terroristi - aggiunge - non hanno fatto nulla per meritarsela, nessun pentimento, nessun risarcimento, nessun atto di ossequio allo Stato. Sono rimasti terroristi e nemici dello Stato italiano", afferma. (ANSA).
60 anni fa la 'Notte dei fuochi' in Alto Adige
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Di ANSA
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