Caso Uva: sorella prosciolta, non diffamò militari e agenti

Decisione gup Milano in udienza preliminare su richiesta Procura
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Di ANSA
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(ANSA) - MILANO, 13 MAG - E' stata prosciolta in udienza preliminare dall'accusa di diffamazione nei confronti di due carabinieri e quattro poliziotti Lucia Uva, sorella di Giuseppe, l'operaio di Varese morto nel giugno 2008 dopo una notte trascorsa in caserma a seguito di un controllo. Per quella morte erano finiti imputati due militari e sei agenti che, nel luglio del 2019, sono stati assolti in via definitiva. Il proscioglimento dall'accusa di diffamazione è stato deciso oggi dal gup Anna Calabi, su richiesta del pm Luigi Furno. La sorella dell'operaio era imputata, assieme ad Alberto Biggiogero, uno dei testi principali del processo sul caso Uva e ad altre 6 persone (tutti prosciolti), tra direttori di testate e giornalisti, per alcune affermazioni rese nel corso della trasmissione televisiva 'Linea gialla' nel dicembre del 2013. Trasmissione nella quale la donna, tra le altre cose, aveva detto che, dopo aver visto il "sangue" in una parte del corpo del fratello, aveva pensato che fosse stato "seviziato", "massacrato" per una "lezione che gli volevano dare". La donna per quelle frasi, che erano state anticipate quel giorno del 2013 da un sito di informazione, era stata denunciata da alcuni degli imputati nel processo per omicidio preterintenzionale e sequestro di persona, poi assolti in via definitiva. Il pm nel chiedere il proscioglimento per l'accusa di diffamazione ha fatto anche riferimento alla sanzione disciplinare che venne comminata dal Csm all'ex pm di Varese Agostino Abate per l'inerzia nelle indagini su quella morte, inchiesta che poi passò ad altri magistrati. "Il vulnus derivato dal non aver fatto le indagini adeguate ce lo porteremo dietro tutta la vita", ha spiegato l'avvocato Fabio Ambrosetti, legale di Lucia Uva anche nel procedimento per diffamazione che si è chiuso per lei e gli altri col proscioglimento. (ANSA).

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