Sen. Pillon assolto da accusa diffamazione a circolo gay

Da giudici appello, in primo grado era stato condannato a multa
Da giudici appello, in primo grado era stato condannato a multa
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Di ANSA
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(ANSA) - PERUGIA, 15 FEB - La Corte d'appello di Perugia ha assolto "perché il fatto non costituisce reato" l'avvocato Simone Pillon, quale consigliere nazionale del Forum associazioni familiari, per diffamazione nei confronti del circolo gay Omphalos per alcune affermazioni con le quali aveva commentato (quando ancora non era senatore della Lega) una loro iniziativa nelle scuole. Fatti per i quali in primo grado era stato condannato a 1.500 euro di multa (pena sospesa). I giudici d'appello hanno così accolto il ricorso presentato dai difensori di Pillon, gli avvocati Laura Modena, Stefano Forzani e Massimiliano Sirchi. In primo grado, il giudice unico di Perugia aveva disposto per Pillon anche il risarcimento, da liquidarsi in sede civile, nei confronti dello stesso circolo e di un attivista, con una provvisione complessiva di 30 mila euro, al pagamento della quale il giudice ha subordinato la sospensione della pena. Somma già versata dal senatore della Lega che ora - si è appreso dai suoi legali - potrà chiedere indietro. Pillon è stato processato per quanto detto come consigliere nazionale del Forum delle associazioni familiari in tre incontri, tutti nel 2014: ad Assisi e Bastia Umbra, a giugno, a San Marino, ad agosto, e ad Ascoli Piceno, a novembre. Quando cioè non era ancora senatore. In particolare Pillon era accusato di avere offeso la reputazione di Omphalos e dei suoi membri "diffondendo notizie non corrispondenti al vero sull'attività di informazione e di prevenzione delle malattie venere svolte dall'associazione, attribuendole iniziative e messaggi distorti rispetto al loro effettivo contenuto". "La formula con la quale il sen. Pillon è stato assolto - ha detto all'ANSA l'avvocato Laura Modena - ci fa ritenere che sia stata riconosciuta la tesi che abbiamo sempre sostenuto. Quella cioè che si sia trattato di un legittimo diritto di critica". (ANSA).

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