Dpcm: poca gente e malumore, Catanzaro alla prova zona rossa

Giù molte serrande e cartelli di protesta davanti Prefettura
Giù molte serrande e cartelli di protesta davanti Prefettura
Di ANSA
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(ANSA) - CATANZARO, 06 NOV - Pochissime auto e poche persone per le strade. Il primo giorno di nuovo lockdown a Catanzaro passa così tra le lamentele dei commercianti, non sono quelli costretti a chiudere dall'ordinanza che impone la zona rossa in tutta la Calabria, ma anche di quelli le cui attività hanno avuto l'autorizzazione a tenere aperte le serrande. "Io ho aperto - spiega Angela, titolare di un negozio di abbigliamento da bambini - ma non c'è nessuno per strada. A chi dovrei vendere?". Un concetto ripetuto da un fioraio, Salvatore, e da Claudia, titolare di un'attività che vende caffè: "Siamo qua ma non si vede un cliente. Ci chiediamo se convenga restare aperti". Su Corso Mazzini, la principale strada del centro di Catanzaro, il traffico, solitamente intenso sin dal mattino, oggi è quasi inesistente. Un'immagine che tuttavia non richiama quelle del lockdown del marzo scorso, quando la città era completamente deserta. Stamani, primo giorno del nuovo provvedimento, qualche auto passa, ma in ogni caso niente a che vedere con i giorni scorsi. Di prima mattina un po' di movimento c'è stato, ma per la presenza del Convitto Galluppi, con le sue classi materne, elementari e di prima media ancora frequentate in presenza. Ma dopo che i genitori hanno lasciato i figli a scuola, il centro della città è andato via via svuotandosi, nonostante i bar si siano attrezzati per l'asporto ed il servizio a domicilio con il caffè servito su improvvisati divisori sistemati all'ingresso e consumato poi per strada, ma non nelle vicinanze del locale. In un'atmosfera tetra nonostante la bella giornata di sole, si sente ancora la eco della protesta dei commercianti, che, impossibilitati a farla di presenza, l'hanno affidata ad una serie di cartelli apposti davanti alla Prefettura. "L'emergenza è durata otto mesi, adesso basta" e "La Calabria è alla fine, con la chiusura le diamo la botta finale" è scritto su due di essi. Ed i commercianti se la sono presa con la classe politica: "La Calabria è sana, i politici sono malati". (ANSA).

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