Migranti: ex dipendenti Cara Mineo, finita Cig emigreremo

Assordante silenzio su di noi, abbandonati al nostro destino
Assordante silenzio su di noi, abbandonati al nostro destino
Di ANSA
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(ANSA) – MINEO, 25 AGO – “A noi sono stati riservati solo gli
ammortizzatori sociali ordinari perché nulla di straordinario è
stato attivato malgrado un licenziamento collettivo che ha
interessato diverse centinaia di lavoratori, contrariamente a
quanto accaduto per altre aziende, anche con molti meno
dipendenti, ma magari insediate nel Nord Italia”. Lo scrivono in
una lettera aperta 63 ex dipendenti del Centro accoglienza
richiedenti asilo di Mineo
“Oggi, alla vigilia della scadenza di questi ammortizzatori
sociali – aggiungono gli ex dipendenti del Cara – la nostra
prospettiva è quella di prendere in mano la ‘valigia di cartone’
alla ricerca di fortuna fuori della nostra regione. Svegliatevi
e rendetevi conto che la vera emergenza in Sicilia è
l’emigrazione, rispetto alla quale anche l’immigrazione va in
secondo piano!
Per tutto questo siamo pronti a rimetterci al servizio del
Paese, del suo sistema di accoglienza, volendo dare onore alla
Sicilia, all’Italia e all’Europa”.
“In questi giorni – sottolineano – registriamo una ‘pioggia di
no’ alla proposta di riattivazione del Cara di Mineo. Tuttavia
nessuna soluzione viene offerta al problema accoglienza, ma
inutilmente cresce solo il conflitto tra le istituzioni.
Ovviamente noi abbiamo proposto la ‘riapertura in sicurezza’,
sapendo che comunque in qualche luogo i migranti dovranno
trascorrere la loro quarantena e il Cara di Mineo si può
organizzare, anche frazionare, e presidiare bene, tutelando la
salute dei cittadini. Noi stessi – osservano – non siamo votati
al suicidio e se pensiamo di poterci lavorare, lo vogliamo fare
in sicurezza, cosi come lavorano gli operatori sanitari. E
registrando le diverse risposte al nostro appello – rilevano gli
ex dipendenti del Cara di Mineo – ci sconvolge l’assordante
silenzio circa la nostra situazione di disoccupati, abbandonati
al nostro destino”. (ANSA).

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