'Libero' dopo 115 giorni ricovero e 28 tamponi

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Di ANSA
Bergamasco torna dalla famiglia che non abbracciava dal 31 marzo
Bergamasco torna dalla famiglia che non abbracciava dal 31 marzo

(ANSA) – MILANO, 21 AGO – E’ tornato a casa ad Albino, in
provincia di Bergamo, Marco Carrara, dopo un’odissea durata
mesi. Il 43enne – a cui ha anche scritto il premier Giuseppe
Conte – è infatti stato ricoverato per Coronavirus 115 giorni e
ha dovuto fare 28 tamponi prima del via libera. Era il 31 marzo quando è entrato in ospedale al Giovanni
XXIII, poco dopo la morte per Covid del papà Valerio. Ci resta
un mese e mezzo, poi un mese lo trascorre alla clinica San
Francesco e quando le sue condizioni peggiorano di nuovo torna
al Giovanni XXIII. L’8 giugno inizia la riabilitazione alla
Fondazione Piccinelli d Scanzorosciate, sempre in provincia di
Bergamo. Il 24 luglio viene dimesso ma “non potevo tornare a
casa – racconta lui stesso all’Eco di Bergamo – perché i
tamponi erano ancora positivi. Così mi sono messo in quarantena
nell’appartamento di mio padre, con i miei ci guardavamo dal
terrazzo ma niente di più”. Insomma nessun contatto con la
moglie e i due figli. Solo ieri si sono potuti riabbracciare,
alle 14, mentre le campane del paese suonavano a festa per il
suo ritorno. Durante questi mesi, in risposta a una mail che gli aveva
inviato il premier Conte “attraverso la sua segretaria mi ha
fatto le condoglianze per la morte di mio padre e a me gli
auguri”, e poi c‘è stata una telefonata del vicario generale del
Papa Angelo Comastri e del vescovo di Bergamo Francesco Beschi.
Adesso “vorrei andare al cimitero a trovare i miei genitori, poi
per qualche giorno – conclude – rimanere a casa con i miei figli
e mia moglie”. (ANSA).

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