Unione europea ed Egitto rischiano lo scontro diplomatico a causa dell'arresto dello studente egiziano Patrick Zaky. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli: "Questione al prossimo Consiglio europeo di lunedì"
Unione europea ed Egitto rischiano lo scontro diplomatico a causa dell'arresto dello studente egiziano Patrick Zaky. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, chiede l'immediata liberazione del giovane iscritto all'Università di Bolagna e detenuto al Cairo da venerdì scorso. L'Alto rappresentante Ue Josep Borrell che solleverà la questione al prossimo Consiglio europeo di lunedì.
Sassoli: "Zaky sia rilasciato subito"
"Sento il dovere di porre alla vostra attenzione la vicenda di Patrick Zaky. Voglio ricordare alle autorità egiziane che l'Ue condiziona i suoi rapporti con i Paesi terzi al rispetto dei diritti umani e civili come ribadiamo in tutte le nostre risoluzioni e chiedo che Zaki venga immediatamente rilasciato e restituito ai suoi cari". Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. "Ne ho parlato con l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell che solleverà la questione al prossimo Consiglio europeo lunedì prossimo".
Genitori: "Torturato per sapere dei Regeni"
"L'hanno interrogato illegalmente per trenta ore. E poi, sì, gli hanno chiesto anche dei suoi legami con la famiglia di Giulio Regeni. Dal 2016, di quel ragazzo italiano si parla su tutti i social media e anche Patrick conosceva il caso, se n'era interessato". A dirlo sono i genitori di Patrick Zaki, raggiunti nella loro casa egiziana a Mansura da Repubblica e Corriere della Sera, che oggi pubblicano un reportage.
Nei confronti di Patrick "è stato emesso un mandato di comparizione il 24 settembre ma nessuno glielo ha comunicato. Per questo è stato fermato alla frontiera. Lì - evidenzia il legale della famiglia - e' stato bendato e portato da qualche parte al Cairo. È stato detenuto e interrogato per 30 ore, torturato. Lo picchiavano e gli chiedevano dei suoi legami con l'Italia e con la famiglia di Giulio Regeni. Patrick non sa nulla di tutto questo: così alla fine lo hanno trasferito qui a Mansura".
"Ce l'hanno fatto vedere domenica. Lo rivediamo giovedì. Solo dieci minuti in parlatorio, assieme agli altri detenuti, presente un agente di polizia", proseguono i genitori. "Domani portiamo a Patrick i libri. Ha chiesto di studiare, vuole essere pronto per gli esami di marzo. La nostra speranza è questa sua forza".
Avvocato: "Rischia l'ergastolo"
"Non è accusato di terrorismo, ma di tentato rovesciamento del regime al potere. Rischia il carcere a vita", dice all'ANSA Wael Ghaly, uno dei legali che difendono Patrick George Zaky. La custodia cautelare "può durare fino a due anni, rinnovata ogni 15 giorni, e talvolta tale detenzione può protrarsi per più di due anni", ricorda il legale.
Genitori Regeni: "Conosciamo quella ferocia"
"Patrick, come Giulio, è un brillante studente internazionale e ha cuore i diritti inviolabili delle persone. I governi democratici dovrebbero preservare e coltivare la crescita di questi nostri giovani impegnati e studiosi e dovrebbero tutelarne in ogni frangente l'incolumita'". Lo affermano Paola e Claudio Regeni e il loro legale, Alessandra Ballerini in una nota.
"Noi sappiamo di cosa è capace la paranoica ferocia egiziana: sparizioni forzate, arresti arbitrari, torture, confessioni inverosimili estorte con la violenza, depistaggi, minacce - affermano Paola e Claudio Regeni - Il tutto con la complicità ipocrita di governi e istituzioni che non voglio rompere l'amicizia con questo paese".
Cresce la mobilitazione internazionale
Cresce la mobilitazione in tutta Europa per Patrick George Zaki, lo studente egiziano iscritto a Bologna a un master europeo sugli studi di genere arrestato al rientro nel suo Paese, al Cairo, venerdi' scorso. La rete di amici e attivisti che diffonde notizie tramite i canali social 'Free Patrick' annuncia che sabato una manifestazione in solidarietà per Patrick si svolgerà a Berlino questo sabato a Hermannplatz.
Oggi a Bologna, dopo il flashmob di domenica, c'è stata una nuova manifestazione, organizzata da Amnesty International. Ieri studenti e accademici del master a cui è iscritto il ragazzo hanno manifestato a Granada, in Spagna, sede dell'ateneo che coordina il master 'Gemma'.