(ANSA) – CATANZARO, 5 NOV – No alla richiesta della Regione
Calabria di costituirsi parte civile nel processo per l’omicidio
di Matteo Vinci, di 42 anni, morto a Limbadi il 9 aprile del
2018 per lo scoppio di una bomba collocata sotto l’automobile
sulla quale viaggiava insieme al padre Francesco, rimasto ferito
in modo grave.
L’istanza é stata rigettata dalla Corte d’assise di Catanzaro
davanti alla quale si sta celebrando il processo. La decisione é
stata motivata col fatto che la relativa richiesta é stata
presentata oltre i termini di legge.
Rigettata con la stessa motivazione la richiesta analoga che
era stata presentata dal Comune di Limbadi.
Imputati nel processo sono Rosaria Mancuso, il marito,
Domenico Di Grillo, la figlia Lucia ed il marito di
quest’ultima, Vito Barbara. Una quinta imputata, Rosina Di
Grillo, sorella di Lucia, ha scelto di essere processata col
rito abbreviato
Il movente dell’omicidio sarebbe legato ad una vendetta da
parte della famiglia Mancuso contro quella dei Vinci.
Ucciso da bomba, no Regione parte civile

Decisione Corte assise Catanzaro, richiesta oltre termini legge
Di ANSA
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