Naufragio Lampedusa: Msf,strazio parenti

(ANSA) – ROMA, 23 OTT – “Corpi straziati, dolore e angoscia
nel rivedere chi non ce l’ha fatta”. Così Dario Terenzi,
psicologo di Medici senza frontiere, nel team che ha assistito
da sabato scorso i 13 superstiti – 6 donne ivoriane e 7 tunisini – dell’ultimo naufragio di Lampedusa, supportandoli durante il
riconoscimento dei corpi di familiari e amici.
“La fase del riconoscimento dei corpi, durata circa 3 ore – spiega Terenzi – è stato un momento di dolore e angoscia. Tutti
erano tesissimi e alcuni tremavano al terrore di rivedere i
corpi dei compagni di viaggio. I corpi dei naufraghi sono
straziati”. Una ragazza ivoriana che ha riconosciuto il compagno
perso in mare dalla felpa che indossava quel giorno. “Era – fa
sapere il medico – terrorizzata, ma ha voluto rivedere il suo
compagno. È crollata un attimo dopo sciogliendosi e scomparendo
dentro un lungo pianto di straziante dolore e disperazione”.