(ANSA) - CAGLIARI, 23 AGO - Le loro condizioni di lavoro erano paragonabili a quelle dell'Europa dei primi del '900: 3,78 euro l'ora, nessuna possibilità di cambiare turno, costanti vessazioni da parte di una superiore che in realtà non lo era, minacce di allontanamento dal posto di lavoro, licenziamenti senza giusta causa e obbligo di firmare dimissioni in bianco prima dell'assunzione. È quanto hanno scoperto i funzionari dell'Ispettorato del lavoro di Cagliari e Oristano effettuando un dettagliato accertamento nei confronti di due società di call center operanti nel capoluogo sardo per conto di una importante società nazionale fornitrice di energia elettrica. Ai titolari sono state elevate sanzioni per quasi 110mila euro, con un recupero di contributi omessi o evasi da versare nelle casse dell'Inps pari a 497.851 euro. Sotto i riflettori sono finite le posizioni lavorative di 128 dipendenti. Secondo gli ispettori erano stati assunti con contratti di collaborazione continuativa che mascheravano rapporti di lavoro subordinato.
Sospetti di caporalato in call center
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Di ANSA
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