(ANSA) – ROMA, 24 LUG – La Corte d’Appello di Roma ha fatto una
“ponderata disamina degli elementi valutativi” che “non
lasciavano spazio a dubbi” sulla “capacità di intendere e di
volere” di Manuel Foffo nel momenti in cui “d’intesa con Marco
Prato, decideva di uccidere Luca Varani”. Così la Cassazione
nelle motivazioni con cui ha confermato la condanna a 30 anni a
Foffo, per l’omicidio di Luca Varani, massacrato a Roma nel
marzo 2016, dopo essere stato drogato. La perizia tecnica
compiuta “non consentiva di affermare la sussistenza in capo a
Foffo di una condizione psichica patologica inquadrabile come
disturbo della personalità”, tale da ritenere che non fosse
imputabile. Inoltre, “privo di rilevanza clinica doveva
ritenersi l’abuso di sostanza stupefacenti dedotto dalla
difesa”. Foffo e Marco Prato, suicida in carcere, diedero “sfogo
alle pulsioni sadiche che si erano già manifestate la notte che
precedeva l’assassinio, con l’uscita dei due amici, a bordo
dell’auto di Prato, alla ricerca di un soggetto al quale ‘fare
del male’”.
Omicidio Varani: Cassazione, nessun dubb
Di ANSA
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