(ANSA) – LIVORNO, 20 LUG – Una catena di indizi, tra cui la
sua costante presenza in reparto quando si verificavano i
decessi dei pazienti, ha portato alla condanna all’ergastolo per
omicidio volontario dell’infermiera Fausta Bonino, 58 anni,
pronunciata dal giudice di Livorno Marco Sacquegna il 19 aprile
scorso in un processo in abbreviato. Così le motivazioni della
sentenza. Fausta Bonino è stata condannata per quattro di dieci
decessi ‘anomali’, causati da extra-dosi di eparina
somministrate a pazienti fragili dell’ospedale di Piombino
(Livorno) tra il 2014 e il 2015. Secondo il giudice esiste una
‘costante’ Bonino: i turni di lavoro corrispondono agli eventi
dei decessi a lei attribuiti. Inoltre rileva a suo carico “la
somministrazione non terapeutica di eparina non frazionata”, “a
conferma della volontà lesiva/omicida”. Sugli altri sei decessi
il giudice assolve perché non è provato “il collegamento fra
grave alterazione dei parametri di coagulazione” del sangue e
“somministrazione di alte dosi di eparina”.
Sentenza Bonino, 'Era sempre presente'
Di ANSA
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