Il Papa in Marocco: "Dialogo non proselitismo"

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Diritti d'autore Fadel Senna/Pool via REUTERS
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Di Eloisa Covelli
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Il pontefice ha spiegato l'importanza della fratellanza più che del proselitismo

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Due giorni di visita in Marocco per papa Francesco, che ha esortato i cattolici a dialogare e non a fare proseliti. Qui i cattolici sono una minoranza, rappresentata da meno dell'1 percento della popolazione. "Il problema non è essere poco numerosi, ma essere insignificanti" ha detto il Papa. Un'importanza che i cattolici devono conquistare nella società attraverso la carità, la preghiera, il dialogo, la fratellanza, l'amicizia.

Nel corso della visita alla cattedrale di Rabat, il pontefice ha stretto la mano al monaco francese Jean-Pierre Schumacher, uno dei due a essere sopravvissuto alla strage del 1996 del monastero di Tibhirine, dove il Gruppo Islamico Armato sequestrò e uccise sette monaci. Quella tragedia è il simbolo dell'odio interreligioso.

Per questo il pontefice esorta i cattolici a costruire ponti. "Le vie della missione non passano attraverso il proselitismo, che porta sempre a un vicolo cieco - dice il Papa - ma attraverso il nostro modo di essere con Gesù e con gli altri".

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