Vi spieghiamo le proteste contro Bouteflika in Algeria

Vi spieghiamo le proteste contro Bouteflika in Algeria
Diritti d'autore Un uomo protesta davanti alla polizia in assetto antisommossa ad Algeri REUTERS/Ramzi Boudina
Di Michael-Ross Fiorentino
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A cosa porteranno le più grandi proteste di piazza dai tempi della Primavera araba? E perché la stabilità dell'Algeria è tanto importante per l'Europa? Ne parliamo qui.

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Da una settimana, migliaia di algerini stanno protestando in tutto il Paese e all'estero contro la decisione del Presidente Abdelaziz Bouteflika di candidarsi per un quinto mandato alle elezioni di aprile.

L'81enne presidente è malato da tempo ma ha annunciato che si candiderà comunque, nonostante sia in cura presso un ospedale svizzero, come ha riferito mercoledì il giornale Tribune de Geneve (TdG).

Nuove manifestazioni di protesta sono attese oggi ad Algeri ed in altre città. Si sta raggiungendo il punto di ebollizione: la polizia è stata schierata intorno al Parlamento e sulla strada che conduce al palazzo presidenziale, riferisce AP.

Numerosi gli appelli a scendere in strada dopo la preghiera del venerdì da parte della società civile. Intanto anche alcune personalità politiche e altri candidati alle presidenziali si stanno unendo agli appelli alle proteste, finora pacifiche nella gran parte dei casi. Gli organizzatori vogliono che rimangano tali: hanno lanciato un appello affinché i manifestanti rimangano a 2 metri di distanza dai cordoni della polizia e hanno incoraggiato i membri delle famiglie a fare pulizia dopo il loro passaggio.

Il Fronte delle Forze socialiste (Ffs) ha chiamato i suoi aderenti a marciare oggi ad Algeri. Hanno invitato gli algerini a far sentire la loro voce anche i tre candidati indipendenti Ghani Mahdi, Tahar Missoum e Rachid Nekkaz. Ieri nel capoluogo algerino in campo anche i giornalisti, per protestare "contro il silenzio imposto sulle manifestazioni di piazza. Le difficili condizioni economiche in cui versa il Paese rendono lo scenario politico ancora più incandescente.

Un uomo protesta sventolando una bandiera algerina davanti al monumento della Repubblica a Parigi, 24 febbraio 2010 - REUTERS/Charles Platiau

Il partito al governo, il Fronte Nazionale di Liberazione (FNL), ha annunciato la candidatura di Bouteflika all'inizio di febbraio durante una manifestazione ad Algeri in cui si sono contati oltre 2mila militanti. L'annuncio ha portato alle più grandi rivolte di piazza dai tempi della primavera araba del 2011.

Molti algerini hanno ritenuto che la volontà di correre nuovamente da parte di Bouteflika rappresenti un'umiliazione alla democrazia popolare, definendola "uno stupro della dignità del popolo".

Gli organizzatori vogliono che Bouteflika "rinunci" alla sua decisione soprattutto alla luce delle sue complicate condizioni di salute. La folla, composta per lo più da giovani, ha gridato slogan come "No al quinto mandato" e "No alla corruzione!

Centinaia di studenti hanno risposto agli appelli sui social media e hanno marinato la scuola per partecipare alle proteste di martedì 26 febbraio in diverse città universitarie di tutta l'Algeria.

REUTERS/Ramzi Boudina

"Siamo qui oggi per cambiare", ha detto ad AP una studentessa protestante di nome Amina, "per cambiare le cose, perché viviamo in una situazione davvero marcia. Siamo contro il quinto mandato e dobbiamo agire mano nella mano per cambiare le cose in questo paese".

Ma perché un 81enne malato, che non si fa mai vedere in pubblico, vuole candidarsi?

REUTERS/Ramzi Boudina
Una foto di Bouteflika dell'aprile 2018REUTERS/Ramzi Boudina

Bouteflika è presidente della nazione dal 1999 ma è quasi completamente assente dal 2013, quando è stato colpito da un ictus. Cinque anni dopo, la sua salute rimane un punto interrogativo: non è stato nemmeno in grado di annunciare la propria candidatura.

Molti manifestanti ritengono che si tratti solo di una operazione di facciata dietro alla quale si nasconde una certa élite politico-militare e commerciale. Tuttavia, i sondaggi suggeriscono che molti algerini probabilmente voteranno di nuovo per Bouteflika, temendo che una sua dipartita porti all'instabilità e a conseguenze negative per la nazione.

Incapace di accordarsi su un successore, l'élite militare e civile algerina - nota come Le Pouvoir ("il potere") - ha deciso che Bouteflika dovrà candidarsi nuovamente per garantire continuità.

In quale contesto si inseriscono le proteste?

Le recenti proteste vanno ben oltre la decisione di Bouteflika. Molti ritengono sia solo la punta dell'iceberg. Gli algerini risentono di una crisi economica: il 30% dei giovani algerini non ha lavoro, la disoccupazione per chi ha meno di 30 anni tocca punte del 54%.

Il forte calo delle entrate in questo Paese dipendente dal petrolio - le riserve di valuta estera sono meno di 80 miliardi di dollari - ha peggiorato la situazione: mancano i fondi per "comprare la pace civile", come ha fatto Bouteflika da quando è salito al potere 20 anni fa.

L'Algeria ha ricevuto più di mille miliardi di dollari dai proventi del petrolio nel periodo 2000-2013, ma la corruzione e la cattiva gestione economica ne hanno ostacolato la crescita e la competitività sul mercato globale.

I rapporti tra Algeria, le altre nazioni del Maghreb e l'Europa

L'Algeria è geograficamente il più grande Paese dell'Africa (dopo l'indipendenza del Sud Sudan) e il decimo Paese più grande del mondo. Si estende dalla costa mediterranea alle dune sabbiose del deserto del Sahara. Si tratta del nono Stato più popoloso del continente con oltre 42 milioni di abitanti.

E' una nazione chiave nel contesto magrebino e africano e potrebbe svolgere un ruolo molto più importante se non fosse alla prese con la questione del Sahara occidentale che ne condiziona le relazioni con il Marocco. Trattasi dell'ostacolo maggiore per l'Unione del Maghreb arabo, che quest'anno festeggia il suo 30° anniversario.

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L'Algeria è allo stesso tempo un importante fornitore di energia per l'Europa. La Commissione europea per il clima e l'energia ha definito l'Algeria un fornitore affidabile e competitivo di gas naturale. Il Paese è il terzo maggiore fornitore di gas all'UE e l'UE è il maggiore importatore di gas algerino -la sola Spagna importa metà del suo gas da Algeri.

L'Europa dipende dal gas algerino per la sicurezza dell'approvvigionamento e l'Algeria dipende dal mercato europeo per la sicurezza della domanda.

Questa stabilità basata sulle fonti di energia, una costante della presidenza Bouteflika, rimane un fattore chiave per la candidatura del presidente al suo quinto mandato, soprattutto se si considera che la vicina Libia sta progressivamente scivolando verso fallimento e instabilità.

L'Algeria potrebbe svolgere un ruolo molto più importante e acquisire maggiore peso se vi fosse una stabilità politica innescata da un governo democratico e da un'economia più efficiente capace di trattenere i giovani nel loro paese d'origine. Senza che siano costretti ad imbarcarsi a bordo delle navi della morte, in cerca di una vita migliore all'estero.

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