Sciopero in Belgio: il Paese si ferma

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The Brief: l'attualità europea da Bruxelles

Braccia incrociate in Belgio

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Lo sciopero generale paralizza il Belgio. Mercoledì i I sindacati hanno incrociato le braccia; trasporto, scuole, amministrazione pubblica si sono fermati. I dipendenti chiedono una migliore retribuzione, una migliore età pensionabile e migliori condizioni di lavoro.

La mobilitazione in Belgio si inserisce in un contesto di malcontento, tuttavia quegli stessi slogan trovano eco in altri stati membri. La protesta sociale attraversa tutta l'UE anche se le richieste variano da paese a paese.

Luca Visentini, Segretario generale della confederaione europea dei sindacati, ci spiega che

"Ad esempio nel nord e il centro Europa, come in Belgio, c'è soprattutto una richiesta di aumenti salariali. Nel Sud abbiamo avuto sistemi di contrattazione collettiva molto forti e degli sviluppi salariali in passato, ma poi l'intervento della troika in alcuni paesi e l'austerità hanno smantellato i sistemi industriali che c'erano ".

Secondo la Confederazione europea dei sindacati l'ultimo decennio ha visto un taglio dei salari reali di almeno il 30%.

Gli stati canaglia secondo l'UE

La lista degli stati canaglia si allarga. La Commissione europea ha aggiunto Arabia Saudita, Panama e altri paesi al gruppo di nazioni considerate pericolose per via dei pochi controlli sul finanziamento del terrorismo e il riciclaggio di denaro. Le banche europee dovranno effettuare controlli maggiori sulle operazioni che coinvolgono questi paesi.

Iran vs Usa: una simbolica vittoria giudiziaria

Una simbolica ma magra vittoria per l'Iran: la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che la richiesta dell'Iran di recuperare i fondi congelati negli Stati Uniti ha un fondamento legale. In ballo ci sono fondi del valore di due miliardi di dollari. Gli Stati Uniti sostengono che la Corte internazionale di giustizia non abbia pero' giurisdizione sul caso. 

Il whisky vittima della guerra commerciale

L'industria del whisky accusa l'effetto della guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione europea. I dazi di ritorsione imposti da Bruxelles hanno provocato una brusca flessione delle esportazioni del whisky americano nell'ultima metà del 2018. I rappresentanti del settore del affermano che le esportazioni che sono calate dell'8,7% rispetto al 2017.

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