Maduro a Euronews: "Il Venezuela non si inginocchierà mai agli USA"

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Euronews ha intervistato in esclusiva il presidente eletto del Venezuela Nicolas Maduro. "Gli Stati Uniti ci stanno aggredendo" ha detto "ma noi andremo avanti"

La nostra inviata in Venezuela Anelise Borges ha avuto la possibilità di intervistare il presidente eletto Nicolas Maduro che ha accusato gli Stati Uniti di voler mettere al potere un "governo fantoccio" al potere per usufruire delle ricchezze del paese. "Non ci inginocchieremo mai davanti a Donald Trump" ha assicurato Maduro.

Signor presidente intanto grazie per aver accettato l'intervista di Euronews. Oggi il suo paese è a un bivio, ha due presidenti. Cosa sta succedendo esattamente in Venezuela?

Non è possibile che una nazione abbia 2 presidenti. In Venezuela ce n'è uno solo eletto dal voto popolare in accordo con le istituzioni politiche venezuelane. Il presidente è l'umile lavoratore che è seduto qui oggi: Nicolas Maduro Moros. C'è stato un tentativo di colpo di stato ma è fallito, l'abbiamo neutralizzato. È stato istigato dal governo degli Stati Uniti che ha usato tutta la sua potenza politica, diplomatica ed economica per cercare di installare un governo fantoccio in Venezuela, cosa che non ha precedenti nella nostra storia.

Gli Stati Uniti, l'Unione Europea e molte altre nazioni latino americane hanno però riconosciuto Juan Guaidò come presidente ad interim.

E' una violazione di tutte le regole delle Nazioni Unite che proibiscono ingerenze negli affari interni di un paese ed è una violazione dei principi della costituzione venezuelana. E' il tentativo di dominare, conquistare e creare un nuovo rapporto coloniale con il Venezuela. In ogni caso a decidere la politica di una nazione, a eleggere i presidenti in tutti i paesi del mondo è il popolo sovrano e il Venezuela non è un'eccezione. Il governo di Donald Trump e l'amministrazione estremista della Casa Bianca possono dire quello che vogliono ma in Venezuela è il popolo che è sovrano e che decide. Nessun governo straniero può decidere cosa dobbiamo fare".

Però anche il popolo venezuelano è diviso. Ma vorrei focalizzarmi sulla pressione internazionale. Lei è sotto una pressione internazionale senza precedenti. Come pensa di risolvere questo problema? Conosciamo tutti i suoi nemici ma chi sono i suoi amici oggi?

Io penso che abbiamo molti amici in tutto il mondo. Ad ogni modo è una battaglia globale. Ma chi ha fatto diventare la battaglia per il Venezuela una battaglia globale? Gli interessi delle elite estremiste che governano gli Stati Uniti. Il vero interesse delle elite degli Stati Uniti non è la democrazia, non vogliono la democrazia, il loro unico interesse è saccheggiare la nostra ricchezza. Questo è il loro vero obiettivo.

Lei ha chiesto un incontro con Donald Trump, è per trovare una soluzione a questa crisi?

Quando l'ho chiesto la situazione era diversa. Ho sempre creduto che si possano aprire spiragli di dialogo e che attraverso il dialogo si possa trovare un accordo su una convivenza pacifica e rispettosa. Ma è impossibile. Hanno ucciso ogni possibilità di dialogo e di riavvicinamento. La Casa Bianca ha ordinato che non ci fosse dialogo e questo è deplorevole. Io credo nel dialogo. Credo nelle parole. Credo nella diplomazia.

Lei crede nel dialogo anche in Venezuela? È disponibile, pronto a parlare con Juan Guaidò per esempio?

Ho fatto più di 400 telefonate all'opposizione per cercare un dialogo. L'opposizione è più avanti rispetto alla persona che hanno messo come presidente a interim, molto più avanti. Questa persona è lì per caso. Io sono pronto e voglio dialogare con l'opposizione, anche con singole parti dell'opposizione. E ci credo davvero. Io sono convinto che l'unica cosa che possa aiutare il Venezuela quest'anno e per gli anni a venire è un dialogo onesto con un agenda comune e sono certo che si possano trovare accordi dettagliati per il bene del Venezuela, per la prosperità della nostra nazione.

Una delle condizioni per arrivare al dialogo è che lei permetta agli aiuti umanitari di entrare nel paese, cosa che lei ha però detto di non voler fare. Lei non vuole che entrino nel paese perchè li cosidera un intervento straniero, un attacco alla vostra sovranità. Allo stesso tempo è una necessità che esiste, molte nazioni ne hanno bisogno e il Venezuela è un paese che in questo momento ha grandi difficoltà. Non crede che sia sbagliato fare politica su questo particolare argomento?

È sbagliato usare il concetto di aiuto umanitario come un argomento politico, come un modo per umiliare un paese. E questo è un errore che ha fatto l'opposizione venezuelana e anche l'amministrazione Trump: voler umiliare un un paese. Hanno congelato più di 10 miliardi di dollari all'estero. Questo significa che i nostri conti corrente sono sotto controllo all'estero. E' quasi come se ci impedissero di importare medicine e generi alimentari perché controllano i nostri soldi su conti esteri in ogni angolo del mondo. E dopo aver congelato 10 miliardi o più di dollari, vengono a dirci che ci daranno 20 milioni di dollari in cibo contaminato, cibo marcio.

Contaminato? Perchè contaminato? Avete delle prove che quel cibo sia contaminato? Che gli aiuti siano contaminati? Lei pensa che lo siano?

Beh, questa informazione arriva dalla Colombia. È cibo che è pieno di elementi chimici cancerogeni, che non ha passato i dovuti controlli e che ha già creato numerosi casi di avvelenamento da cibo nella stessa Colombia. Ora, oltre a tutto questo, hanno politicizzato il concetto di aiuto umanitario. Se volete davvero aiutare la nostra nazione, lo dico a Donald Trump, lo dico a Mike Pompeo, lo dico a tutti i governi che sostengono questo show, scongelate i conti che tenete in ostaggio, restituite l'oro che avete rubato e il Venezuela avrà risorse sufficienti per importare tutto quello che gli serve. Basta con questo raccapricciante "spettacolo" di cercare di soffocare il Venezuela e poi offrirci solo le briciole. Non siamo i mendicanti di nessuno.

La situazione in Venezuela oggi è molto complessa. C'è carenza di medicinali. Sono andata in visita in un paio di ospedali e ho parlato con i dottori i quali mi hanno raccontato che non è facile per loro lavorare per cercare di aiutare il Venezuela. Abbiamo visto le code per il cibo negli ultimi 5 anni. Lei riconsoce che avete un problema nel vostro paese? Un problema serio.

Fammi il nome di una nazione al mondo, o del terzo mondo che non ha problemi. Fammi il nome di una nazione che non ha problemi con la povertà che aumenta. Una nazione latino americana. TI faccio l'esempio nella nostra vicina Colombia. Ma nessuno va in Colombia con la lente d'ingrandimento. La Colombia è per il 70% povertà e per il 30% miseria. La gente ha lasciato la Colombia da anni. Più di 15 milioni di colombiani sono emigrati, ma nessuno accende i riflettori su questo. Per quale motivo hanno invece puntato i riflettori sui problemi del Venezuela? Per giustificare una storia, un copione che legittimi un intervento nel nostro paese e il controllo del nostro paese.

Lei ha parlato di come vive la gente nei quartieri più poveri e nelle aree più modeste di Caracas di altre zone del paese. Quelle sono persone che hanno sostenuto la rivoluzione, che hanno appoggiato il suo mentore Hugo Chavez, che hanno appoggiato lei. Molte di queste persono si trovano in condizioni davvero difficili. Molte delle persone con cui ho parlato negli ultimi anni, da quando ho iniziato a venire in Venezuela, mi hanno raccontato che l'hanno sempre sostenuta ma che adesso è diventato difficile per loro continuare a farlo. Questo come la fa sentire?

Se non avessero valori, se non fossero stati rivoluzionari, la rivoluzione bolivariana sarebbe scomparsa molto tempo fa. Al comandante Chavez è stato spesso detto che aveva perso il sostegno del popolo, ma lui ha vinto non solo una volta, ma due, tre volte. Mi è stata detta la stessa cosa dal primo giorno in cui il comandante Chavez mi ha dato l'incarico. Quindi ho un'ampia base di sostegno. È morale e spirituale. Questo è un profondo sostegno politico. Queste stesse persone, che tu dici soffrono, hanno una coscienza, sanno per cosa combattono e sanno che la loro unica speranza per un paese dignitoso, che non sia una colonia, è la rivoluzione bolivariana. State tranquilli, altrimenti non avremmo vinto numerose elezioni negli ultimi 18 mesi. Abbiamo vinto sei elezioni consecutive. E se avessimo le elezioni oggi per l'assemblea nazionale le forze bolivariane vincerebbero di nuovo.

Le ultime elezioni sono state contestate da numerosi paesi del mondo. Voglio tornare un attimo indietro su questo. Lei ha detto, e lo ha ripetuto più volte, che il Venezuela è vittima di un'aggressione da parte degli Stati Uniti, che state pagando una guerra economica. Lei si prende qualche responsabilità per quello che sta succedendo nel paese. Pensa che ci sia stato qualche errore in parte della sua amministrazione per aver portato il Venezuela nelle condizioni di oggi?

Certo che mi assumo le resposabilità, altrimenti non sarei al governo. Non sarei il presidente di questo paese e non sarei il leader di questo potente movimento rivoluzionario, il Movimento Bolivariano. Io mi prendo quotidianamente le resposanbiltià economiche, politiche ed educative di questo paese. Io lavoro tutti i giorni per il popolo. Il nostro è un metodo che va dal basso verso l'alto, che include i movimenti sociali. In tutti i settori: donne, giovani, la classe operaia, i professionisti. Prima di arrivare qui oggi, per esempio, sono stato a un evento con più di 10mila giovani che parlavano dei problemi legati alla gioventù. Io mi prendo tutta la responsabilità. Errori? Dimmi chi non ha mai fatto errori. L'unico sbaglio che non ho mai commesso, e che non commetterò mai, è quello di tradire la mia patria, di tirarmi indietro, di arrendermi o di inginocchiarmi davanti a Donald Trump. Non lo farò mai. Non ci arrenderemo. Andremo avanti lavorando per risolvere i problemi e correggere gli errori. State pur certi che il Venezuela continuerà ad andare avanti. CI siamo resi conto di avere più libertà e più indipendenza di quello che pensavamo dall'impero del nord, dai suoi subordinati europei e da qualche governo dell'America Latina. Siamo liberi e indipendenti. Esiste un mondo diverso. È emerso un mondo con nuovi punti di influenza. Ci sono nuovi poli economici, sociali e militari nel mondo. Non esiste più un sistema unipolare nel quale un sigolo impero detta legge, ordina e il resto del mondo ubbidisce. No! C`è un mondo diverso e il Venezuela sta costruendo questa alternativa e continueremo su questa strada verso la pace. Il colpo di stato che hanno cercato di imporci e un'intervento statunitense fallirà e sarà sconfitto. Presto si troverà il modo di sedersi a un tavolo per discutere, mostrare rispetto e rispettare le regole del diritto internazionale.

Immagino lei si stia riferendo ai suoi "poli di potere" compresa, per esempio la Russia e la Turchia che sono importanti alleati del Venezuela oggi. Quanto importanza attribuisce loro? Quanto è grato di averli dalla sua parte?

E' di grande importanza non solo per il Venezuela ma per tutto il mondo. La Repubblica Popolare Cinese e la più grande potenza economica del 21esimo secolo, oltre ad avere un grande potere politico. Ha già dimostrato che può essere una grande potenza senza essere un impero, senza stabilire rapporti di dominio, ricatti, relazioni neocoloniali con i paesi del mondo. Abbiamo un rapporto di straordinaria cooperazione, di partenariato strategico con la Cina, di rispetto, di mutuo vantaggio che ha avuto grandi benefici per lo sviluppo e l'economia negli ultimi 15 anni. Anche con la Federazione russa. La Russia si è ripresa. La Russia è uno dei principali attori internazionali. E' una potenza politica, economica e militare di prim'ordine e anche con il Presidente Putin abbiamo una stretta cooperazione. Credo che queste due potenze, accanto a potenze intermedie come la Turchia, come l'India, come l'Iran e, tra le altre, come il Sudafrica, determineranno il futuro dell'umanità. Il futuro dell'umanità non può essere che tutti si inginocchiano all'impero americano.

Ancora una volta, è come se ci fossero due poli, o più poli ma suona come un conflitto, come una battaglia, una battaglia per avere influenza, una battaglia per ottenere il potere. Ma in tutto questo, signor presidente, per quanto possa sembrare spiacevole, la sensazione è che i cittadini venezuelani medi siano quelli che perdono di più.

Sono d'accordo con te. Chi è danneggiato dalle sanzioni internazionali, dal blocco economico? Chi è danneggiato da tutta questa campagna globale? Il popolo del Venezuela che ha il diritto di vivere in pace. Credo che Federica Mogherini, l'Unione Europea e i principali governi europei abbiano commesso un errore con il Venezuela. Hanno sentito solo una parte. Si sono inchinati a una sola parte. Non hanno ascoltato l'intero paese, che invoca la pace, il dialogo, la comprensione, il rispetto e non hanno ascoltato la nostra voce. Credo che l'Europa si sia piegata acriticamente alla politica sbagliata di Donald Trump, che ha dato un calcio alla NATO, che ha dato un calcio ai governi europei, che ha dato un calcio all'Unione europea, che ha semplicemente stravolto i loro ideali e li ha costretti a una politica che ha danneggiato il Venezuela. Quasi un milione di migranti europei vivono in Venezuela: 300.000 italiani, 300.000 portoghesi, 300.000 spagnoli. Quasi un milione di migranti europei. L'Unione Europea ha abbandonato i suoi migranti qui e ci ha messo sull'orlo di un'invasione militare degli Stati Uniti. Donald Trump l'ha annunciato qualche giorno fa: ho l'opzione militare sul Venezuela. Credo che l'Unione europea debba ascoltare l'intero paese, debba imparare ad ascoltare con equilibrio e che debba correggere la sua politica sul Venezuela.

Ha menzionato i migranti, ha menzionato la gente che arriva in Venezuela. Abbiamo però anche visto le foto di centinaia di migliaia, le Nazioni Unite dicono 3 milioni, di venezuelani che hanno lasciato il paese. Ho ascoltato quello che mi ha detto prima su questo argomento e lei ha detto che é una montatura, che non è vero. Lei ha visto, e come la fanno sentire, le immagini di queste persone che attraversano i ponti e fuggono in Colombia o in altri paesi?

Non ho mai detto che non è così; è una realtà. Ma c'è anche un gruppo di venezuelani che negli ultimi due o tre anni, per motivi legati alla guerra economica, ha deciso di cercare nuove opzioni nel nostro paese. Potrebbero essere tra i 600 e gli 800 mila venezuelani. Diverse migliaia di loro stanno tornando perché hanno trovato in quei paesi xenofobi, schiavitù lavorativa e condizioni che non pensavano di trovare e sono tornati a casa. Ora quello che posso dirvi è che quelle immagini di cui parlate sono la più grande manipolazione che sia mai stata fatta. Potremmo andare oggi al ponte principale che collega Colombia e Venezuela a Cúcuta e San Antonio del Táchira e potrei mostrarvi, anzi le equipe giornalistiche potrebbero portarvi a vedere che sono immagini di un grande flusso di colombiani che arrivano in Venezuela, di venezuelani che vanno in Colombia, di 'vene-colombiani' di 'colom-venezuelani'..... sono famiglie che lasciano la Colombia, che lasciano il Venezuela e che hanno un flusso di 30, 50mila, a volte raggiungono le 60mila persone che si incrociano per attività commerciali, per affari e per motivi familiari....e hanno preso quelle immagini per dire che 3000, 5000 venezuelani se ne vanno".

Secondo le agenzie dell'Onu qualcosa come 2 mila venezuelani stanno dall'altra parte e non tornano indietro. Ancora una volta, lo ha detto lei, molti di loro se ne sono andati a causa delle difficoltà nel vostro paese. Vorrei tornare alla questione di quanto sia complicata sia la situazione perchè molti sostengono che lei potrebbe non rendersene conto perchè lei è il presidente ed è quindi messo al riparo dalla cruda realtà che loro stanno affrontando. Abbiamo portato dei soldi per chiederle se lei sa cosa si può comprare oggi con 2mila bolivar. Lo sa?

Se non capissi la situazione nel mio paese, non sarei presidente eletto e rieletto. La capisco perché vengo dal popolo. Dovreste sapere che non ho studiato ad Harvard o in un'altra scuola americana. Non ho nemmeno un nome di famiglia importante, non ho sangue nobile. Sono un operaio, un uomo del popolo e ogni giorno sono con il popolo. Ho un contatto permanente e so esattamente cosa sta succedendo. Qui non ci sono orfani, qui non ci sono persone abbandonate..... ci sono persone sotto attacco, naturalmente. Dimmi quale altro paese resisterebbe all'aggressione economica della nazione più potente del mondo. Chi lo sopporterebbe? Avere i conti congelati, i conti sotto controllo, e il divieto di importare ciò di cui hanno bisogno. Il Venezuela sta compiendo uno sforzo eroico, veramente ammirevole. Ammiro l'eroismo del popolo venezuelano, il modo in cui ha affrontato tutte queste circostanze e noi andremo avanti, state tranquilli.

Ho un'ultima domanda, signor presidente, Lei come pensa che sarà ricordato nella storia?

Non lo so, ma quello di cui sono sicuro è che non sarò ricordato come debole, codardo o traditore. Ho capito bene il mio ruolo. E ogni giorno sono pieno di coraggio, di passione per la mia patria, per l'amore che mi muove. L'amore mi commuove. Non sono mosso dal desiderio di essere un magnate, di arricchirmi personalmente o di arricchire gruppi economici. Siamo mossi da un'idea di patria, della nostra storia da oltre 200 anni. Sono sicuro che continueremo a scriverla. Allora, il futuro? Bene, lasciate che si ricordino di me, speriamo oggettivamente per quello che ero, per quello che siamo, ma siate certi che andremo avanti con grande abilità, con molta perseveranza, difendendo i diritti del nostro paese di fronte all'aggressione che l'Occidente sta nascondendo. L'Occidente nasconde un'aggressione. Riflettete. Ti prego di riflettere come giovane giornalista. Non hai posto una sola domanda sull'aggressione di Donald Trump, sulle minacce di invasione militare perché la nascondono. Sarebbe una tragedia, sarebbe una tragedia peggiore della Libia.

Ha paura che possa accadere davvero?

"Quando il presidente estremista di un paese, come Donald Trump, minaccia continuamente un'invasione militare, ci si deve preoccupare.

Si sta preparando?

Nessuno al mondo è pronto. In primo luogo, ci stiamo preparando a sconfiggere le loro minacce. Rivolgo un appello ai popoli d'Europa, un appello a tutti i popoli retti, un appello a riflettere. Il nobile popolo venezuelano ha il diritto di essere rispettato, ha il diritto alla pace. Non nascondete l'aggressione degli Stati Uniti dietro i problemi che essi stessi creano. Creano un problema di aggressione, sanzioni e poi cercano di incolpare il modello politico, la rivoluzione bolivariana. Siamo l'oggetto dell'aggressione più brutale. Gli Stati Uniti si concentrano su un unico obiettivo nel mondo: distruggere il Venezuela, colonizzare il Venezuela, distruggere la Rivoluzione. Non è stato in grado, né sarà in grado di farlo. E qui la pace prevarrà, state tranquilli. Continueremo a vederci negli anni a venire. E vedrete fiorire una nuova era in Venezuela. Lo renderemo possibile.

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