Luci e ombre sulla presidenza rumena dell'UE

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Di Euronews
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Con una cerimonia a Bucharest è partito ufficialmente il semestre europeo a guida rumena, non senza ombre sulla classe politica del Paese

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Una solenne cerimonia a Bucharest ha celebrato l'inizio della presidenza rumena dell'Unione europea. Un ruolo che negli ultimi mesi è stato messo in dubbio dalla Commissione, con Jean-Claude Juncker che ha paventato l'inadeguatezza della classe politica del Paese, troppo concentrata sulle sue divisioni interne e potenzialmente meno efficace nel suo incarico internazionale in sei mesi cruciali, con la Brexit a marzo e le elezioni europee a maggio.

La preoccupazione riguarda anche la lotta alla corruzione. Bruxelles ritiene che ci sia stata una battuta d'arresto dopo il grande lavoro degli ultimi anni con inchieste che hanno coinvolto anche ministri e funzionari.

"L'Unione europea è fatta di compromessi, ma quando si parla di diritti umani, di legalità, di lotta alla corruzione, non ce ne possono essere", ha detto Juncker alla platea del sontuoso Ateneo Rumeno, sede della cerimonia. "La Commissione, è amica della Romania, anche se alcuni lo mettono in dubbio, e in questi mesi sarà sempre al suo fianco".

"Unità nella diversità: non è un semplice motto, ma un progetto duraturo, capace sempre di rimodellarsi, senza rinunciare ai valori e ai principi fondanti dell'Europa", ha detto Klaus Ioannis. Lo stesso Presidente rumeno, centrista, aveva criticato il Governo socialdemocratico del suo Paese, giudicandolo impreparato e criticando la riforma della giustizia in corso, che sta scatenando proteste di piazza.

Una manifestazione, sotto la neve, si è tenuta anche la sera dei festeggiamenti per il semestre a guida rumena.

"Siamo qui per protestare contro chi vuole distruggere la nostra democrazia. Hanno devastato la nostra economia, la giustizia sta morendo. Noi continuiamo a combattere questi criminali", dice uno dei dimostranti. Tra loro anche l'ex premier Dacian Cioloș, e personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura.

"Noi ci sentiamo europei, ma non veniamo trattai come tali perché la Romania rimane un luogo dove la politica è corrotta e i valori europei vengono mortificati", dichiara una manifestante.

I critici sostengono che la riforma della giustizia sia volta a limitare l'azione dei magistrati, che vengono sottomessi alla politica, e a depenalizzare la corruzione.

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