(ANSA) - MILANO, 20 DIC - "Sì sono stato riconosciuto come il figlio di Bettarini, la frase su di me che i miei aggressori hanno detto è stata confermata oggi sia da me che dalla mia amica, anche se penso che questo non è stato il vero motivo dell'aggressione, ma sono entrato in qualcosa di scomodo perché volevo solo aiutare un amico". Così Niccolò Bettarini, il figlio 20enne dell'ex calciatore Stefano e della conduttrice tv Simona Ventura, ha ricostruito, parlando coi cronisti, la sua testimonianza resa nel processo a carico di quattro giovani accusati di tentato omicidio per averlo preso a calci e pugni e accoltellato fuori da una discoteca milanese lo scorso 1 luglio. In aula, davanti al gup Guido Salvini, altri due testi, un'amica e un amico di Bettarini, hanno in sostanza confermato il racconto della stessa vittima dell'aggressione. "E' stato un esame di testi determinante per l'accertamento definitivo dei fatti", ha spiegato l'avvocato Alessandra Calabrò, legale di parte civile del giovane. Prossima udienza il 9 gennaio.
Figlio Ventura: volevo aiutare un amico
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Di ANSA
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