Etichette vino: l'Ue rettifica

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L'Europa corregge ma i produttori restano sul chi va là. Si tratta della revisione del regolamento sull'etichettatura dei vini diffusa dalla Commissione Europea lo scorso 18 ottobre 2018.

AGGIORNAMENTO 20/11/2018

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Coldiretti ha confermato la rettifica questo martedì da parte della Commissione Ue del testo del regolamento sul vino. E' assicurata ora l’indicazione di origine delle uve di vini cosiddetti  'varietali' - e quindi prodotti con vitigni internazionali - . Coldiretti ha espresso soddisfazione, anche se non al 100%.

Come dichiaratoci dal responsabile dell'ufficio vitivinicolo di Coldiretti, manca ora una misura analoga per gli spumanti generici - e quindi non IGP o DOC - . Ad oggi sull'etichetta viene indicato semplicemente il Paese dove avviene la spumantizzazione e non quello di provenienza delle uve. Cosa che potrebbe danneggiare l'immagine del Made in Italy

Rischio ambiguità sulle etichette del vino, l'Europa corregge ma i produttori restano sul chi va là. Si tratta della revisione del regolamento sull'etichettatura dei vini diffusa dalla Commissione Europea lo scorso 18 ottobre 2018.

Il primo testo legislativo inviato all'esame di Europarlamento e Consiglio sembrava aprire alla possibilità per i vini ottenuti da varietà internazionali di indicare in etichetta solo il Paese nel quale avviene la trasformazione in vino, ma non quello di origine delle uve.

La rettiffica che dovrebbe invece essere adottata nelle prossime ore, chiarisce che l'indicazione di origine che accompagna i vini cosiddetti 'varietali' - ovvero quelli slegati dal territorio e prodotti con vitigni a diffusione internazionale, come lo Chardonnay, il Merlot o il Syrah - dovrà contenere non solo le informazioni relative al luogo dove è avvenuta la trasformazione ma anche il luogo di origine dell'uva.

Abbiamo sentito un rappresentante di Coldiretti che ha chiarito che la revisione e la rettifica riguarda solo i vini varietali - esclusi quindi i doc e gli IGT, che sono per definizione territoriali - ma che non include gli spumanti. Tra le novità - continua Coldiretti - l'introduzione della parola produced ovvero "prodotto" al posto di trasformato, processed, per sottolineare il luogo d'origine dell'uva.

Una specifica, come ci ha chiarito una fonte della Commissione Europea - "che si allinea con le regole già in vigore per altri prodotti alimentari". Il timore è che il vino possa presto diventare come l'olio, sulle cui bottiglie si legge l'origine delle olive e capita di trovare oli, apparentemente italiani, fatti con olive di varie provenienze europee o anche extra UE.

I vini varietali, entrati nel mercato italiano nove anni fa (in seguito all'approvazione del Regolamento Ue n.607/09 e al successivo decreto ministeriale del 23 dicembre 2009, con i quali il governo italiano ha limitato la produzione di vini varietali da tavola ai soli vitigni internazionali), non hanno solitamente nell'etichetta un'indicazione di origine territoriale, essendo legati più alle caratteristiche dell'unico vitigno da cui sono prodotti che a quelle di una ipotetica regione d'origine.

Nota bene: nel video abbiamo montato immagini di oli d'oliva a puro scopo illustrativo. I marchi eventualmente individuabili non hanno alcuna ambiguità in merito all'origine delle olive

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