Brexit: cosa prevede la bozza d'accordo siglata da Regno Unito e Ue

Brexit: cosa prevede la bozza d'accordo siglata da Regno Unito e Ue
Diritti d'autore REUTERS/Toby Melville
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Di Euronews
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Il testo, lungo 585 pagine, è stato criticato da diverbi membri di maggioranza e opposizione e ha portato alle dimissioni di diversi membri del governo May

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La bozza di accordo siglata martedì scorso da Regno Unito e Unione europea è un documento di 585 pagine che descrive in dettaglio i termini del divorzio e le future relazioni tra le due parti.

Abbiamo riassunto i punto principali del testo, nel caso in cui non abbiate voglia di leggerlo da soli.

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Periodo di transizione

Il Regno Unito lascerà ufficialmente l'Unione europea il 29 marzo 2019, ma è stato concordato un periodo di transizione fino alla fine di dicembre 2020.

Ciò significa che durante questo periodo di transizione, concordato per dare ai negoziatori più tempo per raggiungere un accordo definitivo, il Regno Unito continuerà ad aderire alle norme UE che includono il pagamento delle quote di adesione. Secondo alcune stime il Regno Unito verserebbe ogni anno circa 39 miliardi di sterline (44,7 miliardi di euro) nelle casse europee.

L'accordo consente di prolungare il periodo di transizione ma non entra nel dettaglio della questione, limitandosi a stabilire che la proroga non può essere superiore agli 80 anni.

Leggo anche ➡ Brexit, May: "Prendere o lasciare". Corbyn: "Non vogliamo questo accordo"

Parbul TV/Reuters

La questione irlandese

Come evitare il ritorno di un confine rigido tra Irlanda e Irlanda del Nord? E' uno dei temi più spinosi al centro dei negoziati.

I timori sono che un confine rigido metterebbe in pericolo l'accordo del Venerdì Santo del 1998, che ha messo fine a decenni di violenza settaria nell'isola: motivo per cui è stato necessario concordare un meccanismo di salvaguardia (in inglese 'backstop').

L'accordo propone la creazione di un "territorio doganale unico" da applicare almeno fino al 1° luglio 2020, quando si spera che sia stato trovato "un accordo alternativo".

Due cose da sottolineare:

  • Le modalità di funzionamento di questo "territorio doganale unico" non sono state precisate, in quanto non è chiaro dove e come saranno effettuati i controlli doganali. La May in passato è stata molto ferma nel dire che non accetterà un confine rigido nel Mar Britannico;
  • Qualsiasi decisione - se estendere il "territorio doganale unico" oltre il luglio 2020 o porvi fine - deve essere concordata di comune accordo, in modo che nessuna delle due parti possa ritirarsi unilateralmente.

Controversie legali

Una delle principali richieste della fazione pro-Brexit era quella di porre fine alla giurisdizione della Corte di giustizia europea nel Regno Unito.

L'accordo propone, ai sensi dell'articolo 174, che qualsiasi controversia giuridica tra il Regno Unito e l'Unione europea sia gestita da comitati misti, guidati da un collegio arbitrale di cinque membri, le cui decisioni saranno vincolanti.

Tuttavia tutte le questioni relative al diritto della Ue continueranno ad essere deferite alla Corte di giustizia europea e le sue sentenze saranno anch'esse vincolanti.

Diritti dei cittadini

Mettere fine alla libertà di circolazione - una delle quattro pietre miliari della Ue - è stata una delle principali preoccupazioni del Regno Unito.

Un accordo precedente tra il Regno Unito e l'Unione europea garantiva che i cittadini dell'Unione europea residenti nel Regno Unito e i cittadini britannici che vivono nel continente avrebbero potuto continuare a farlo e avrebbero potuto chiedere la residenza permanente prima o durante il periodo di transizione.

Ecco uno degli articoli pertinenti dell'accordo:

Articolo 14 - Diritto di uscita e di ingresso

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1. 1. Il cittadino dell'Unione e i cittadini del Regno Unito, i rispettivi familiari e le altre persone che soggiornano nel territorio dello Stato ospitante alle condizioni di cui al presente titolo, hanno il diritto di lasciare lo Stato ospitante e il diritto di entrarvi ai sensi dell'articolo 4, paragrafo 1, e all'articolo 5, paragrafo 1, primo comma, della direttiva 2004/38/CE, con un passaporto o una carta d'identità nazionale in corso di validità per i cittadini dell'Unione e del Regno Unito e con un passaporto valido per i rispettivi familiari e altre persone che non sono cittadini dell'Unione o del Regno Unito.

Cinque anni dopo la fine del periodo transitorio, lo Stato ospitante può decidere di non accettare più carte d'identità nazionali ai fini dell'ingresso o dell'uscita dal suo territorio se tali carte non includono un microprocessore conforme alle norme dell'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile relative all'identificazione biometrica.

2. 2. Ai titolari di un documento valido rilasciato a norma dell'articolo 18 o 26 non è richiesto alcun visto di uscita, visto d'ingresso o formalità equivalente.

Tuttavia, data la attuale situazione di incertezza, il diritto dei cittadini britannici stabilitisi in un paese della Ue di circolare liberamente all'interno del blocco - come possono fare attualmente - resta vincolato a un eventuale accordo futuro.

Parità di condizioni

Il Regno Unito accetta di rispettare gli impegni che garantiscono "parità di condizioni" alle imprese europee. In pratica ciò significa che il Regno Unito non può revocare le leggi che ha adottato come Stato membro della Ue al fine di penalizzare le imprese europee e concedere alle imprese britanniche un vantaggio sleale.

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Accetta inoltre le clausole di "non regressione" di cui agli articoli 2 e 6 per garantire che le norme sociali e del lavoro e le norme ambientali rimangano simili.

L'articolo 2 stabilisce inoltre che il Regno Unito introdurrà un sistema di fissazione del prezzo del carbonio.

Il Regno Unito attuerà un sistema di fissazione del prezzo del carbonio di efficacia e portata almeno pari a quelle previste dalla direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 ottobre 2003, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità.

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