10 anni fa Lehman Brothers: il crack visto dagli Usa

10 anni fa Lehman Brothers: il crack visto dagli Usa
Di Euronews
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Il 15 settembre 2008 il fallimento della banca statunitense. Breve cronistoria di un terremoto, che ha innescato una crisi mondiale e svelato le debolezze di un sistema che si credeva tutto permesso

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Dieci anni fa l'impensabile: rivelando i suoi piedi d'argilla, il gigante Lehman Brothers ha innescato una reazione a catena. 

Il crack comincia a farsi sentire dal basso. Il mondo ancora non lo sa, ma nella processione di scatoloni con cui escono dalla banca gli impiegati messi alla porta, insieme ai loro effetti personali ci sono anche le residue certezze di un sistema finanziario che si credeva tutto permesso. Un eccesso di sicurezza, che sulla scia dei profitti record ottenuti negli anni della bolla immobiliare, aveva poi impedito ai vertici della banca di riconoscere i segnali d'allarme. Sollecitato a testimoniare in una Commissione dedicata al caso Lehman Brothers, un mese dopo il suo ex amministratore delegato Richard Fuld si interrogava ancora: "Mi sveglio ogni singola notte chiedendomi: che cosa avrei dovuto fare in modo diverso?". 

Neanche il tempo di riflettere sulla politica di investimenti a rischio cavalcata dalla banca malgrado il moltiplicarsi di avvertimenti e segnali e l'onda lunga del crack investe il resto della macchina produttiva statunitense. A constatarlo davanti alle telecamere è, a poco più di una settimana dall'annuncio della bancarotta, lo stesso Segretario Usa al Tesoro, Henry Paulson: "La scorsa settimana i mercati hanno raggiunto un nuovo picco negativo - diceva il 23 settembre 2008 -. Cominciando a contagiare il complesso dell'economia". 

L'Atlantico è poi presto attraversato e, prima di abbattersi sulla Grecia e sprofondare per anni l'Europa nell'incertezza, la crisi travolge la Royal Bank of Scotland. A presiederne il controverso salvataggio, l'allora Ministro delle finanze britannico Alistair Darling. "La mia segretaria mi chiese di prendere una chiamata dall'allora presidente della Royal Bank of Scotland - racconta -. Non mi sorprendeva che chiamasse. Ma mi soprese dicendo: 'Ehi, stiamo subendo una vera emorragia di denaro'. Gli dissi che avevamo messo a punto un piano e gli chiesi quanto ancora potevano resistere. Seguì un silenzio e poi mi disse: 'Saremo a secco nel pomeriggio'. Ovvero due o tre ore dopo".

Una riforma di Wall Street, la risposta data da Obama nel 2010 per evitare il ripetersi di un "crack Lehman". Tutela dei consumatori e del sistema finanziario i principi cardine del provvedimento, passato alla storia come Dodd-Frank Act, ma di recente parzialmente "alleggerito" nelle sue tutele da Trump. 

"Non sappiamo da dove arriverà la prossima crisi - diceva appena due mesi fa la direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde -. Dobbiamo quindi continuare a stare molto, molto attenti. Soprattutto a fare affidamento al mercato dei capitali, al ruolo che giocherà la tecnologia finanziaria nel complesso del sistema finanziario... tenendo sempre a mente la stabilità. Non dico di porre freni all'innovazione, non voglio predicare lo scetticismo: dico però che l'imperativo deve essere la stabilità". 

Stabilità, certo, ma soprattutto attenzione. Se ieri Cavallo di Troia della crisi sono stati i subprime, la caccia è ora aperta alle nuove falle, che un domani potrebbero tornare a far vacillare il sistema. (13)

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