Dopo le sanzioni alla Turchia, appello a confiscare le Trump Towers. Anzi, no

Dopo le sanzioni alla Turchia, appello a confiscare le Trump Towers. Anzi, no
Diritti d'autore 
Di Emma BeswickANSA
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button

Lo ha lanciato un membro del partito politico Iyi salvo poi fare retromarcia dopo aver scoperto che i due grattacieli sono legati al presidente USA solo di nome e che, anzi, c'è in corso una causa legale per rimuovere la dicitura

PUBBLICITÀ

Un membro dell'opposizione turca ha ritirato il suo invito a confiscare i grattacieli Trump Towers a Istanbul come risposta alle sanzioni americane contro il paese. 

Aytun Çıray del partito Iyi, nazionalista e liberal-conservatore, aveva espresso le sue idee in un comunicato in cui invitava la Turchia a "emettere un mandato di confisca contro gli asset del presidente USA e dei suoi segretariati".

Dopo aver parlato con la direzione dell'hotel, tuttavia, gli è stato spiegato che l'impresa è collegata al capo di stato americano solamente a livello nominativo e che esiste al momento una azione legale per cambiare nome.

"Mi scuso con loro e con il pubblico", ha fatto ammenda su Twitter il politico.

In una versione riveduta del documento, pubblicata su Twitter, Çıray ha sostenuto la necessità di "bloccare l'acquisto di 11 miliardi di dollari di aerei passeggeri dagli Stati Uniti".

Nella dichiarazione, si legge, il partito Iyi ritiene che "sia necessaria una finalizzazione  trasparente e legittima del caso della Brunson".

La Turchia ha definito "inaccettabili" le richieste statunitensi di rilascio e ha dichiarato che avrebbe risposto alle "ostilità". 

La vicenda del pastore Brunson

Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni ai beni sotto giurisdizione americana del ministro della Giustizia turco Abdülhamit Gül e del ministro degli Interni Süleymen Soylu per il perdurare della detenzione del pastore americano Andrew Brunson, accusato di essere un membro del'organizzazione di Fetullah Gulen.

L'uomo, originario del North Carolina e da 20 anni in Turchia, dirigeva una chiesa protestante a Smirne. E' stato arrestato nell'ottobre del 2016 per presunti legami con organizzazioni terroristiche e spionaggio a fini politici e militari. Rischia fino a 20 anni di carcere ma ha sempre negato ogni accusa.

A poco più di 24 ore dalle sanzioni emesse dagli Usa, il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha incontrato il suo omologo americano Mike Pompeo a Singapore. Il colloquio, a margine del 51/mo summit Asean (Associazione delle nazioni del sud-est asiatico), si è svolto in un clima che entrambe le parti hanno definito "costruttivo". "Siamo sempre stati per la diplomazia, il dialogo e la comprensione reciproca. Ma abbiamo anche sottolineato che il linguaggio minaccioso e le sanzioni non produrranno alcun risultato. Ovviamente questi problemi non si possono risolvere in un solo incontro, ma abbiamo concordato di lavorare a stretto contatto per risolverli", ha spiegato Cavusoglu. 

Dal canto suo, Pompeo ha ribadito che le sanzioni decise da Donald Trump sono la "dimostrazione che è molto serio" sulla richiesta di rilascio di Brunson, agli arresti domiciliari dopo oltre un anno e mezzo in carcere con accuse di terrorismo e spionaggio. 

"Brunson deve tornare a casa come tutti gli americani detenuti dal governo turco", ha aggiunto Pompeo.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Caso-Brunson, lira turca a picco: è l'effetto delle sanzioni Usa

A processo il pastore che divide USA e Turchia

Turchia, incidente in funivia: un morto e sette feriti, passeggeri bloccati per circa un giorno