Derby de la Meije: da 30 anni pazzi per il freeride in alta quota

Derby de la Meije: da 30 anni pazzi per il freeride in alta quota
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Di Rafael CerecedaVincent Coste
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Ogni anno la comunità degli amanti del fuori pista si dà appuntamento nella stazione francese di La Grave, sulle Alpi. Sci, snowboard, telemark, monosci ma non solo...

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Ogni anno, in aprile, nella località francese di La Grave, sulle Alpi, la comunità degli amanti del fuoripista si ritrova per la propria paganissima liturgia. Sci, snowboard, telemark, monosci e anche qualche slittino, che non guasta mai: qualsiasi mezzo, ai piedi e non, è il benvenuto. Basta che sia in grado di scendere i 1750 metri di dislivello tra i ghiacciai di La Meije, una delle cime mitiche dell'alpinismo e un terreno unico per il freeride.

Chi decide di sciare a La Grave sa che nella stazione di alta montagna le piste non sono tracciate e mancano i mezzi: ci si assume ogni rischio.

Il gran picco della Meije, nel massiccio degli Ecrins (3948m)

Quest'anno il Derby de la Meije festeggiava il suo 30° anniversario. Quello che è iniziato un po' come la pazzia di un gruppo di amici amanti dello sci estremo rimane ancora oggi la follia di un gruppo di amici, ma molto meglio organizzata. 

La tre-giorni del derby de la Meije riunisce circa un migliaio di sportivi nella cittadina alpina, dotata di una funivia caratteristica decorata, quest'anno, con diverse lucine.

Gli "dei del Meije" hanno ripetuto il miracolo. Ancora una volta.

Ventiquattro ore prima della partenza, il comitato di saggi dell'organizzazione, composto da guide d'alta montagna, lavoratori delle piste e habitué di La Grave, non era sicuro che la gara si potesse tenere a causa dell'enorme quantità di neve caduta quest'inverno. Il giorno prima del Derby si è verificata una spettacolare valanga causata dalla caduta di un seracco di uno dei ghiacciai del Meije.

In 30 anni la gara è stata annullata una sola volta a causa delle condizioni meteorologiche e non ci sono mai stati infortuni gravi - anche se non mancano gli incidenti spettacolari.

C'è qualcosa di miracoloso nell'organizzare un evento sportivo e festivo per trent'anni, con mille partecipanti e un budget di appena 120mila euro. L'associazione consta per la stragrande maggioranza di volontari.

Per i circa 60 professionisti delle piste, con non pagano altro che le spese e l'alloggio, si tratta di un'occasione unica per incontrare colleghi di altre stazioni e di altri massicci. E' anche un modo unico per festeggiare la fine della lunga stagione sciistica. 

Tutti sono d'accordo che l'opportunità di sciare su questa montagna iconica è unica: li fa venire fin lì "a lavorare anche gratis".

La mattina della gara si è ripetuto il miracolo: l'alba ha restituito un sole splendente e una neve stabile e copiosa, abbastanza da consentire l'inizio della gara. 

Gli organizzatori salgono alle 6 del mattino e si distribuiscono ai diversi posti di blocco. I quasi 900 partecipanti, provenienti da 27 nazionalità diverse, sono controllati prima di salire sulla funivia per verificare che il rilevatore di valanghe, obbligatorio, sia attivo. 

La funivia del ghiacciaio della Meije

I partecipanti salgono a 3.600 metri aspettando pazientemente in coda. Può essere necessaria anche un'ora per raggiungere il punto di partenza. Si esce in gruppi di dieci, per ordine di numero. Tutte le discipline e le categorie sono mescolate insieme. Ci sono sempre più donne, tra l'altro.

Poi, in sintonia con lo spirito libero (e anarchico) della gara, ci si lancia di sotto. Come viene, viene. I più veloci scendono in poco più di 6 minuti. Il più lento ci ha messo quasi tre ore, prendendosela con tutta calma. Pensiamo si sia goduto il paesaggio mozzafiato un po' più degli altri. 

Non esiste un percorso definito, ogni partecipante sceglie la propria linea tra le infinite possibilità offerte dalla località.

Il punto di arrivo viene spostato ogni anno a seconda delle condizioni della neve: quest'anno la gara è stata particolarmente lunga, ma anche molto veloce per via della grande quantità di neve fresca presente sui pendii.

La libertà è parte dell'essenza stessa del Derby di Meije.

Per alcuni è un evento sportivo molto impegnativo: obiettivo quello di scendere il più velocemente possibile. Tra loro c'è la giovane Anouck Mouthon, campionessa del mondo di freeride, che ha fatto segnare il miglior tempo nella categoria snowboard, o lo sciatore Charly Rolland - vincitore assoluto della cronometro - che ci ha detto che il segreto per scendere in poco più di 6 minuti è "lasciare il cervello ai blocchi di partenza" e tenere duro quando le gambe cominciano a fare male.

Anouck Mouthon

Per tutti, comunque, è una grande festa. 

Uno dei premi viene assegnato al miglior costume.

Quest'anno c'erano un paio di gruppi mascherati da candele mentre altri si sono travestiti, ma non si sa bene da cosa. Sono scesi con tanto di griglia dove hanno cucinato, condividendo il barbecue con gli organizzatori e altri partecipanti. Si è vista anche una mandria di pecore gigantesche e un gruppo di Super Mario, il famoso personaggio dei videogiochi.

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Nonostante i timori (l'elicottero è dovuto intervenire tre o quattro volte), i dubbi sulla stabiità del manto nevoso e l'enorme sforzo organizzativo, il 30° Derby si è svolto senza problemi. Come nei fumetti di Asterix, si è concluso con una grande festa nella tenda allestita nel villaggio di La Grave .

L'associazione comincia già a pensare al 31° Derby che si terrà nell'aprile 2019.

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