Il cancro d'Europa veste i panni del nazionalismo e del populismo

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Intervista a Felipe Gonzalez, ex-primo ministro spagnolo

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A Bruxelles per l'inaugurazione della sala del parlamento europeo dedicata al Portoghese Mario Soares, l'ex primo ministro spagnolo Felipe Gonzales ha incontrato euronews per parlare del futuro della socialdemocrazia.

ANA LÁZARO BOSCH, euronews: Felipe González, benvenuto ad Euronews

FELIPE GONZÁLEZ, ex presidente del governo spagnolo: grazie

ANA LÁZARO BOSCH, euronews: Sembra che l'Europa abbia superato la peggiore crisi economica, ma le sue conseguenze sono innegabili. Pensa che la Grecia e che i paesi dell'Europa meridionale abbiano pagato un prezzo troppo alto?

 FELIPE GONZÁLEZ, ex presidente del governo spagnolo: Sì, sì, lo credo e ne sono convinto. Nella lotta contro la crisi è stato fatto il contrario, ad esempio, di ciò che Obama ha fatto negli Stati Uniti. È stata condotta una politica di austerità letale. Non sono state auttuate politiche contro questa tendenza, tranne quelle che due anni dopo la BCE ha iniziato a promuovere dal punto di vista monetario. È stata gestita male, sono stati pagati troppi costi, ha prodotto sofferenza e divisioni.

ANA LÁZARO BOSCH, euronews: In Spagna, la crisi ci ha lasciato contratti precari e salari bassi. Pensa che le cose potranno cambiare?

FELIPE GONZÁLEZ, ex presidente del governo spagnolo: Assolutamente, il cambiamento è possibile, richiede un progetto e una volontà politica. La verità è che il modello economico della globalizzazione tende a ridistribuire male il reddito e creare maggiori disuguaglianze. Questo è vero anche quando l'economia cresce. Ma quando deve adattarsi, è molto più drammatico e questo è l'effetto che stiamo vivendo in Spagna. Per superare la crisi finanziaria in Spagna si è arrivati alla svalutazione dei salari, alla precarizzazione dell'occupazione e quindi alla crescita delle disuguaglianze.

ANA LÁZARO BOSCH, euronews: Sembra che la socialdemocrazia stia attraversando un momento oscuro in Europa. I partiti di questa famiglia politica, che è anche la sua, continuano a ricevere sconftte. Per quale ragione?

FELIPE GONZÁLEZ, ex presidente del governo spagnolo: credo, come Billy Brant, che la democrazia sociale abbia la capacità di reinventarsi sempre. Se esistono disuguaglianze allora esiste una missione evidente per la socialdemocrazia. Non nello stesso modo di 40 anni fa, ma nel senso imposto dalle circostanze della globalizzazione, dell'interdipendenza, della necessità di competere o anche dell'invecchiamento della popolazione. La ragione per cui la socialdemocrazia esiste è quella di perseguire obiettivi di lotta contro l'ineguaglianza secondo le condizioni attuali e quindi dovrebbe verificare che le proposte che fa corrispondano ai bisogni della società.

ANA LÁZARO BOSCH, euronews: Ad esempio, nel Regno Unito, nel partito laburista, Jeremy Corbyn ha preso le redini. Lei ritiene che questo sia il percorso che la sinistra deve intraprendere, oppure lo considera un personaggio anacronistico che rivendica posizioni del passato?

 FELIPE GONZÁLEZ, ex presidente del governo spagnolo: non credo sia anacronistico. Credo che abbia recuperato il vecchio discorso della socialdemocrazia senza prendere in considerazione la realtà attuale che determina le disuguaglianze.

ANA LÁZARO BOSCH, euronews: Nella scena politica europea, vede una figura che rappresenta questa nuova socialdemocrazia che dovrebbe rinascere?

FELIPE GONZÁLEZ, ex presidente del governo spagnolo: ad esempio in Portogallo c'è una personalità, come Antonio Costa, che sta affrontando l'aggiustamento alla crisi e che sta andando avanti. Non gli è stata data molta attenzione, ma quello che sta facendo è interessante. Sta soffrendo molto più Tsipras in Grecia con una posizione molto più radicale a sinistra, almeno in partenza.

ANA LÁZARO BOSCH, euronews: In Europa, i populismi stanno guadagnando terreno, anche in paesi con democrazie consolidate come Francia, Germania o Paesi Bassi. Come puo' spiegarlo?

FELIPE GONZÁLEZ, ex presidente del governo spagnolo: Beh, la prima domanda che i grandi partiti dovrebbero porsi è che cosa abbiamo sbagliato, come è possibile che il populismo abbia guadagnato così tanto spazio? Perché il discorso non puo' limitarsi a denunciare la minaccia del populismo, i populisti sono specialisti nel creare paure. Il cancro dell'Europa di oggi è davvero quel misto di nazionalismi e populismi. Quella miscela il cui rappresentante fondamentale nel mondo è Trump.

ANA LÁZARO BOSCH, euronews: In quei paesi che per ultimi hanno aderito all'Unione Europea, come Polonia, Ungheria o Repubblica Ceca, l'euroscetticismo è in aumento, come se lo spiega?

FELIPE GONZÁLEZ, ex presidente del governo spagnolo: Direi che si tratta di nazionalismo. Ma c'è una spiegazione storica che ha una componente psicologico-sociale. I paesi che ha citato hanno riacquistato recentemente la loro sovranità nazionale dopo il dominio dell'Unione Sovietica e ora hanno la sensazione che sia Bruxelles a svolgere quel ruolo. La loro reazione nazionalista equivale a non capire che la costruzione dell'Europa, di quello spazio condiviso, è un processo di trasferimento della sovranità per condividerlo, non per perderlo. Una sovranità acquisita solo recentemente e che ora hanno paura di perdere.

ANA LÁZARO BOSCH, euronews: L'attualità mi costringe a farle una domanda sulla Catalogna. Quanta responsabilità ha il governo di Madrid e quanto il governo catalano?

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FELIPE GONZÁLEZ, ex presidente del governo spagnolo: non è possibile fare un paragone. Il governo di Madrid ha commesso degli sbagli operativi.  Ha fatto meno politica del necessario anche nell' applicazione tardiva dell'articolo 155, che è una garanzia, come la Legge fondamentale di Bonn. Ma non puo' essere messo sullo stesso piano con gli errori commessi da separatisti, dagli indipendentisti. Perché loro hanno semplicemente violato la Costituzione, lo Statuto dell'Autonomia e l'interesse generale. E lo hanno fatto con la piena coscienza, tanto da poter dire che c'è stato un colpo di stato istituzionale consumatosi tra il 6 e il 7 settembre. In quei giorni, le istituzioni catalane furono liquidate e fu solo l'intervento, come era logico, dei tribunali e del governo centrale che ripristinò quell'istituzionalità.

ANA BOSCH LAZARO, euronews: Un'ultima domanda, lei ha vissuto da vicino l'intervento della monarchia spagnola dopo il colpo di stato dell'81. L'intervento di Filippo VI nella crisi catalana ha provocato polemiche. Che ruolo pensa che dovrebbe svolgere la monarchia spagnola in futuro?

 FELIPE GONZÁLEZ, ex presidente del governo spagnolo: c'è sempre stata una controversia alla base di un intervento come quello fatto in ottobre, che sarebbe stato meno necessario se il governo centrale avesse occupato quello spazio. Ma quell'intervento in quella situazione di crisi era assolutamente necessario, essenziale, in conformità con il mandato costituzionale. Quindi l'intervento come capo dello stato secondo me era impeccabile. Piacerà a tutti quell'intervento? No, non credo. Ma la maggior parte dei cittadini spagnoli, vista la mancanza di punti di riferimento, sono stati rassicurati, glielo assicuro.

ANA LÁZARO BOSCH, euronews: Grazie mille, Felipe Gonzalez, per il tempo che ha dedicato agli spettatori di Euronews;

FELIPE GONZÁLEZ, ex presidente del governo spagnolo: grazie a lei.

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