Il fenomeno delle miniere clandestine di Bitcoin in Venezuela

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Diritti d'autore REUTERS/Dado Ruvic
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Di Camille Bello
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Operare in criptomoneta non è illegale nel Paese latinoamericano: un fenomeno che nasce dalla necessità di salvarsi dall'inflazione in crescita costante e che permette di guadagnare più di 100 volte il salario minimo nazionale

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Il controllo sul cambio in Venezuela limita drasticamente la quantità di valuta che una persona può acquistare. In conseguenza i prezzi del mercato nero sono alle stelle e la crisi economica del Paese peggiora di giorno in giorno. Secondo i calcoli dell'agenzia Ecoanalítica, a fine anno l'inflazione potrebbe raggiungere il 1.400%.

Il fenomeno delle "attività di miniera" di bitcoin - ovvero il processo di generazione di nuovi soldi virtuali che remunera chi mette il proprio computer a disposizione per vidimare le transazioni - nasce in Venezuela primariamente dalla necessità di proteggersi e sfuggire dall'inflazione. 

Il fondatore di BitcoinVenezuela.com, Randy Brito, stima che siano circa 100.000 i venezuelani impegnati ad "estrarre" i bitcoin e che la crescita di queste transazioni nel paese sia iniziata nel 2014, in seguito alla crisi economica generata dal calo dei prezzi del petrolio. 

Il servizio di "mining" è ricompensato in bitcoin che a loro volta possono essere scambiati in dollari, altre criptomonete o bolívar.

I computer che "scavano" nelle miniere di bitcoins sono costruiti appositamente per questo scopo. Ci sono diversi modelli con diverse capacità di calcolo. Diego, un giovane minatore venezuelano che preferisce rimanere anonimo, ha detto ad euronews:"Ci sono macchine che possono fruttare 800 dollari al mese", equivalente a più di 77 milioni di bolívar sul mercato nero. 

Il salario minimo attuale si aggira intorno ai 456.507 bolívar. Più di 168 volte tanto, dunque. 

"Un computer costa tra 1.000 e 4.000 dollari, a cui si aggiungono i dazi doganali. Tuttavia, l'elettricità è sovvenzionata in Venezuela, il che rende molto redditizia l'attività di "bitcoin mining" poiché si tratta di un processo ad alta intensità energetica.

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Miniere clandestine

Operare in criptomoneta in Venezuela non è illegale, non esiste ancora regolamentazione. Tuttavia, questo esclusivo "club minerario" opera clandestinamente in uffici, scantinati, case e capannoni in tutto il Paese.

La diffidenza e la segretezza si devono al timore di visite indesiderate da parte del Servizio nazionale di intelligence bolivariano (SEBIN) o del Corpo di indagini scientifiche penali e criminali (CICPC). "Se arriva in casa il SEBIN, si viene accusati di riciclaggio di denaro, legittimazione del capitale e furto di elettricità. Rischi che ti portino in carcere e che le macchine vengano confiscate", ci dice Diego.

"Conosco persone che hanno dovuto pagare l'equivalente di più di 40mila dollari in Bitcoin al CICPC. Un'estorsione con il pretesto dell'illecito e del contrabbando. SEBIN e CICPC operano anch'essi mel settore minerario: dopo averli sequestrati, usano i bitcoin e li vendono", dice Alejandro, un giovane minatore venezuelano, che opta pure lui per l'anonimato.

"Sanno dove si trovano le macchine minerarie in vari modi: a volte sono molto esposte e si vedono dalla strada. Coloro che si nascondono meglio sono rintracciati con i rilevatori di CORPOELEC (Corporación Eléctrica Nacional) che misurano gli alti indici elettrici. SEBIN ha anche accesso agli IP, quindi è al corrente di chi si sta sta collegando a bitmain.com, la più riconosciuta società di vendita di attrezzature minerarie", continua Diego.

Chiunque ottenga bitcoins oggi guadagna per il costante aumento del suo valore rispetto al dollaro. Il rapporto bitcoin-dollaro sta diventando sempre più conveniente mentre il potere d'acquisto del bolívar continua a scendere. 

La formula è semplice: con qualche bitcoin si hanno molti dollari, e con pochi dollari si hanno molti bolívar.

"Con i guadagni derivanti da un giorno in "miniera", vivo molto bene per una settimana intera", dice Diego.

Il bitcoin permette di acquistare servizi e prodotti in tutto il mondo, i pagamenti sono quasi istantanei e con commissioni molto basse. Inoltre, i bitcoins non possono essere regolamentati da alcun governo, al momento, ed è molto facile cambiarli in valuta reale. Una risorsa, viste le circostanze dell'economia venezuelana.  

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