Gli ecologisti scozzesi osservano con preoccupazione la marcia verso nord degli scoiattoli grigi. Temono che questi ultimi, importati dal Nordamerica alla fine dell’800, facciano scomparire gli scoiattoli comuni o rossi, autoctoni delle isole britanniche, nel giro di una generazione. I grigi hanno infranto la cosiddetta linea di protezione degli scoiattoli rossi delle Highlands, che va da Montrose sulla costa orientale della Scozia a Inveraray a ovest.
Per Lindsay Mackinlay, consigliere dell’organismo di protezione del patrimonio National Trust for Scotland sono necessarie azioni immediate per ampliare le zone riservate agli scoiattoli comuni: “Per controllarli si tratta essenzialemente di tendere loro delle trappole e colpirli, quando uno scoiattolo grigio cade in trappola viene abbattuto. È illegale liberarli. Può essere sgradevole e nessuno si diverte a farlo, ma se vogliamo salvaguardare gli scoiattoli rossi dobbiamo fermare i grigi”.
Un metodo che ha portato dei risultati: l’anno scorso sono stati registrati scoiattoli rossi a Perthshire e Fife dopo anni di assenza. Vengono coinvolti anche i proprietari terrieri affinché ospitino nuove popolazioni di scoiattoli comuni. Al parco naturale Pensthorpe di Norfolk viene realizzato un piano di reintroduzione.
“Il problema principale è che gli scoiattoli grigi portano un virus chiamato parapox – spiega Ed Bramham-Jones direttore del parco – lo porta il 60% di questi animali e se lo trasmettono ai rossi questi muoiono e può avvenire velocemente nel giro di 15 giorni”.
Tre quarti dei 160.000 scoiattoli comuni del Regno Unito vive in Scozia, gli altri sono protetti sull’isola di Anglesey e sull’isola di Wight.