Ricette anticrisi dal Forum di Astana

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L’Astana Economic forum è giunto alla sua sesta edizione e quest’anno è stato presentato come la Conferenza anti-crisi mondiale. La discussione è stata tutta intorno ai problemi che affliggono il sistema finanziario globale.

Focus principale sono state le recenti disgrazie dell’Europa: dalle difficoltà del settore bancario all’alto tasso di disoccupazione giovanile.

“Crisi è stata la parola d’ordine degli ultimi cinque anni, ma come siamo arrivati qui e quali sono le soluzioni per riportare l’economia globale in carreggiata?” dice l’inviato Ali May.

euronews ha parlato con alcune delle più importanti personalità presenti al forum, delle dimensioni della crisi e delle possibili vie d’uscita.

Il primo a fornire la sua opinione è l’ex presidente del consiglio Romano Prodi. “In Europa, a causa di questa mentalità perdente, c‘è l’idea che tutto il mondo sia in crisi. Il mondo non è mai andato così bene. L’Asia cresce, l’Africa pure, partendo da zero, naturalmente, ma sta crescendo. Gli Stati uniti fra il 2 e il 3 per cento. Solo l’Europa è in sofferenza. Quando non c‘è crescita, una terribile disoccupazione, ancora peggiore per i giovani, bisogna dare un po’ di benzina all’economia”.

Per il premio Nobel Christopher Pissarides, professore della London school of economics, la crisi in Europa nasce dal passaggio alla moneta unica senza aver prima creato le istituzioni che ne avrebbero assicurato il successo.

“Non sarà facile, perché si tratta di prendere decisioni molto corraggiose, in particolare per quanto riguarda la creazione dell’unione bancaria e fiscale, che credo siano necessarie. Ma devono essere fatte, perché altrimenti la moneta unica finisce per frenare la crescita, piuttosto che alimentarla”.

Il presidente di Microsoft Europa, Jan Muehlfeit, sottolinea quanto sia importante per il continente istruire al meglio la sua popolazione, migliorare la sua formazione continuamente. Chiede ai politici di essere coraggiosi.

“La sola cosa che l’Europa può vendere sono le idee. Bisogna trovare il modo di sprigionare il potenziale dell’Europa, che è molto elevato. Dobbiamo far sì che istruzione e competenze siano il vero mantra di tutta Europa”.

L’Europa non è certo ricca, invece, di risorse energetiche. Secondo la presidente dell’Autorità britannica per il nucleare, lady Barabara Judge, una politica comune sul tema può essere volano di ripresa.

“Dobbiamo occuparci di politica energetica. Una delle cose che mancano all’Europa è una forte politica energetica. È un problema di nazionalismo. Ogni Paese pensa di avere la sua soluzione. In realtà è qualcosa a cui dovremmo guardare tutti assieme, Se condividessimo le nostre fonti di energia, se costruissimo reti che collegassero tutta l’Europa, potremmo abbassare il costo dell’energia al consumo. E se abbassassimo i costi dell’energia, potremmo finanziare le attività produttive”.

Il Kazakhstan, di cui Astana è la capitale, può vantare sostanziosi tassi di crescita, per il 2013 il Pil è previsto in aumento del 5,5%, grazie alla sua ampia disponibilità di idrocarburi.

L’Europa non può certo seguire la stessa strada, non ne ha la stessa ricchezza nel sottosuolo, ma con 26 milioni di disoccupati, occorre che anch’essa al più presto trovi il suo petrolio. Per alimentare una rapida inversione di tendenza.

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