Esplode la rabbia dei siriani all’estero dopo gli ultimi massacri in patria.
Nel mirino le ambasciate di Damasco, come quella di Londra. Ma anche le sedi diplomatiche al Cairo e nel Kuwait sono state teatro di disordini.
Una protesta contro il pugno di ferro di Bashar al Assad e l’Occidente che non ferma le violenze, degenerata malgrado i propositi dei manifestanti: “Non siamo qui per causare o infliggere violenza”, afferma una manifestante, “Vogliamo che la nostra voce sia ascoltata, ci sono così tante persone che ancora non conoscono la situazione in Siria e per me questo è scioccante”.
“Siamo venuti qui per far uscire i porci dall’ambasciata e i cani che stanno loro accanto”, minaccia invece un altro, “Non lasciaremo questo posto fino a quando non usciranno”.
Alcuni manifestanti hanno cercato di forzare il cordone di sicurezza intorno all’ambasciata e sono stati respinti dalla polizia londinese. Diversi gli arresti.
E violenze sarebbero esplose anche a Parigi dopo il no russo-cinese alla risoluzione Onu.