Un migliaio di feriti, una quarantina di arresti, e la protesta rischia di radicarsi: scoppiati durante la scorsa notte, i disordini al Cairo si sono protratti fino a tarda mattinata. Nel pomeriggio centinaia di persone restavano in piazza, ma la situazione sembrava più calma.
A un mese dall’inizio del processo contro l’ex presidente Hosni Mubarak e a due mesi dalle legislative, piazza Tahrir torna ad essere invasa da polizia e lacrimogeni, e dalle polemiche sull’eccessivo uso della forza.
Fino a stamane non si sapeva chi fossero, quei 4.000 manifestanti. Forse ex sostenitori di Mubarak, sabotatori:
“Non sono rivoluzionari, a loro non importa nulla della rivoluzione, né della politica. Sono qui solo per distruggere”
Nessun partito, nessun movimento aveva appoggiato la protesta. Ora però, contro gli eccessi della polizia, alcune personalità si sono unite ai manifestanti: a cominciare da
Abdel Moneim Aboul Foutouhm, espulso dai Fratelli Musulmani per aver deciso di correre alle Presidenziali. E il movimento 6 di aprile, all’origine delle proteste che portarono alla cacciata di Mubarak, ora ha invitato tutti a manifestare.