Souto Moura nell'Olimpo dell'architettura. Il Pritzker torna in Portogallo

Piramidi tronche perfettamente integrate nel paesaggio che le circonda. La Casa das Historias della pittrice Paula Rego è un emblematico biglietto da visita di Eduardo Souto Moura.
Un esempio di linee e forme, che hanno consentito al cinquattottenne allievo di Alvaro Siza di seguire le orme del proprio maestro e riportare in Portogallo il Pritzker Prize, il più alto riconoscimento internazionale nel campo dell’architettura.
“Sono molto contento – commenta Souto Moura -, ma mi piace considerarlo come un riconoscimento alla qualità, piuttosto che alla quantità. Un incoraggiamento per tutti coloro che hanno lavorato con me, gli ingegneri che mi hanno sostenuto e anche tutti i giovani architetti, quella della nuova generazione, che la crisi sta spingendo a lasciare il Portogallo. Spero che per tutti loro questo Pritzker Price possa essere un incentivo”.
Tra le sue opere più note lo stadio di Braga, nel nord del Portogallo. “Monumentale e muscolare, ma perfettamente a suo agio con il paesaggio” la definizione che la giuria del premio ha dato a questa struttura, ricavata da un’ex cava di granito. Forme semplici, linee distese e accuratezza nei dettagli con cui Souto Moura si è affermato a pieno titolo come portabandiera della scuola di Porto.
Natura e cultura i poli tra cui spazia la sua opera: estremi che i volumi si propongono di sposare con una costante ricerca dell’integrazione, all’insegna di una cultura del progetto, che gli è ora valsa l’accesso all’Olimpo dell’architettura, accanto a nomi come quelli di Frank Gehry, Oscar Niemayer e del nostro Renzo Piano.