Egitto: proteste e scontri, rientra El Baradei

Riunione d’emergenza del governo egiziano e del partito di maggioranza, dopo una seconda notte di disordini al Cairo e in altre città e in previsione della grande manifestazione di domani.
Fino all’alba, centinaia di persone hanno sfidato la polizia nelle vie del Cairo, mentre a Suez veniva incendiato un commissariato, il secondo dall’inizio della protesta. Sono oltre 1.200 i fermi, circa 150 i feriti e sei i morti, compresi due agenti di polizia.
Stamattina, di nuovo, c’erano centinaia di persone in strada a Suez, ed anche a Ismailya e Al Mansoura. E ora sono in corso violenti scontri con colpi d’arma da fuoco nella penisola del Sinai, vicino alla frontiera con Israele.
Calma apparente invece nella capitale: ma c‘è molta attesa per domani, e molta tensione per quello che succede nel resto del paese. I giornali ufficiali minimizzano, le opinioni, nella capitale, divergono:
“Ogni nazione ha una rivoluzione, la gente non ne può più, i prezzi continuano a salire e noi non possiamo nemmeno permetterci di mangiare”
“Ma perché protestano? La vita va bene, perché imitiamo gli altri? Non possiamo continuare a protestare sfasciando macchine e incendiando cose, picchiando la gente e la polizia. È inaccettabile”
Potrebbe servire a riportare la calma il ritorno del leader dell’opposizione, Mohamed el Baradei, che conta di partecipare alla grande manifestazione di domani. Ma non è chiaro se riuscirà a mettere un cappello politico su una protesta nata senza bandiere, e quindi senza controllo.