Australia, 26 gennaio: altro che festa nazionale, proteste per denunciare l'Invasion day

Video. Australia, 26 gennaio: altro che festa nazionale, è l'Invasion day

Mercoledì si sono tenute proteste in tutta l'Australia proprio mentre il Paese celebrava la festa nazionale: l'Australia Day, il giorno in cui si commemora lo sbarco nel 1788 delle navi dei detenuti britannici a Sydney e da lì la nascita della Nazione. Il 26 gennaio 1788 fu infatti il giorno in cui il capitano Arthur Phillip prese formalmente possesso della colonia del Nuovo Galles del Sud.

Mercoledì si sono tenute proteste in tutta l'Australia proprio mentre il Paese celebrava la festa nazionale: l'Australia Day, il giorno in cui si commemora lo sbarco nel 1788 delle navi dei detenuti britannici a Sydney e da lì la nascita della Nazione. Il 26 gennaio 1788 fu infatti il giorno in cui il capitano Arthur Phillip prese formalmente possesso della colonia del Nuovo Galles del Sud.

Canberra, Melbourne, Adelaide, proteste in tutta l'Australia

A Canberra, i manifestanti hanno marciato verso il Parlamento e hanno chiesto l'abolizione dei giorni festivi condannando i i torti commessi contro gli indigeni dopo l'arrivo delle navi britanniche in Australia.

Proteste simili sono state organizzate anche in altre città, tra cui Sydney e Brisbane.

A Melbourne, una statua dell'esploratore britannico, il capitano James Cook, è stata dipinta di rosso. Sono stati ricordati anche gli indigeni morti in carcere, gli stupri e i massacri. Una ricerca dell'Università di Newcastle ha identificato 311 siti di massacri in Australia, datati dal 1788 al 1930. L'intero bilancio delle vittime della violenza dei coloni è sconosciuto.

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