Esclusiva: dentro il canale Telegram Nexta, fonte indipendente di informazioni in Bielorussia

People gather during a mass protest following presidential elections in Minsk, Belarus, Monday, Aug. 10, 2020.
People gather during a mass protest following presidential elections in Minsk, Belarus, Monday, Aug. 10, 2020. Diritti d'autore Sergei Grits/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
Diritti d'autore Sergei Grits/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
Di Naira Davlashyan
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Intervista esclusiva al caporedattore del canale Telegram Nexta, diventato anche a causa del blocco Internet ormai la seconda fonte di informazione della Bielorussia.

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Proprio il giorno delle presidenziali, il 9 agosto scorso, la Bielorussia si è ritrovata improvvisamente senza Internet. La maggior parte dei siti di informazione - persino le fonti statali - risultavano inaccessibili. Gli utenti hanno lamentato anche un'assenza di rete mobile.

L'unica ancora di salvezza? NEXTA, il canale Telegram di un blogger bielorusso.

"Diverse piattaforme Internet sono state disabilitate in momenti diversi. Nel momento in cui alcuni social network e siti di notizie sono bloccati, l'accesso ad altri rimane aperto. Abbiamo a che fare con un approccio molto costoso e approssimativo alle restrizioni" spiega Alt Toker, a capo di Netblocks che monitora le restrizioni alla rete in tutto il mondo.

Lukashenko ha detto che si tratta di attacchi orchestrati dall'estero. Data la mancanza di informazioni su quanto sta accadendo davvero nel Paese, molti media stranieri - comprese grandi aziende internazionali - hanno iniziato a consultare i canali Telegram Nexta e Nexta Live

Solamente nell'ultimo giorno l'audience dei canali è aumentata di oltre 400mila persone.

Abbiamo parlato con il caporedattore di Nexta, Roman Protasevich. Il suo canale ha sede in Polonia, impiega meno di 10 persone e potrebbe diventare il secondo media più popolare in Bielorussia, dietro solo Tut.by, un portale di informazione online in russo. 

Come funziona Nexta?

Il nostro canale si chiama "Nekhta". Significa "qualcuno" in bielorusso. Questa è la nostra caratteristica. "Telegram" è una piattaforma anonima, trasferiamo qui le informazioni in maniera sicura. Ci sono migliaia di bielorussi che vi condividono segnalazioni o ce le inviano, quindi in Nexta viene raccontato tutto il paese. Storie che devono essere ascoltate, che non saranno mai trasmesse dalla televisione bielorussa o dai media bielorussi ufficiali.

La tua squadra è composta da giornalisti professionisti. Come controllate e verificate  le informazioni?

Tutto dipende dallo specifico feed di notizie. In ciascuna delle aree abbiamo le nostre persone, fonti fidate, con le quali comunichiamo da molto tempo. Forniscono informazioni sempre accurate al 100% e ci inviano documentazione interna da vari dipartimenti, comprese le forze di sicurezza.

Per quanto riguarda le proteste di massa, in primo luogo, osserviamo la situazione perché riceviamo centinaia, a volte migliaia di messaggi all'ora. Riusciamo a ottenere un quadro completo e vediamo immediatamente dove qualcosa corrisponde alla realtà, e dove ci sono evidenti provocazioni, esagerazioni o disinformazioni - anche dal lato dei servizi speciali, che ci bombardano di messaggi abbastanza regolarmente.

Cerchiamo di effettuare una verifica incrociata. Se più persone chiaramente non legate tra loro ci scrivono e ci dicono la stessa cosa, allora in linea di principio comprendiamo che questa informazione può essere considerata verificata. Già, perché naturalmente non possiamo ricevere alcuna conferma dai funzionari.

Vi considerate un media o semplicemente un canale Telegram?

Direi che Nexta è il media decentralizzato del 21° secolo. Usiamo diversi siti, non abbiamo un sito centrale di riferimento. Abbiamo diversi canali per adattarci alle esigenze delle persone: Messenger, YouTube. La pratica dimostra che è davvero richiesto [questo tipo di approccio]. Sono proprio i formati così brevi dei messaggi Telegram che consentono di trasmettere tutte le informazioni nel modo più rapido, chiaro ed efficiente possibile. 

Per una persona è tutto letteralmente in un clic: non è necessario andare su nessun altro sito, puoi leggere le notizie e i messaggi degli amici allo stesso tempo. Grazie a questa struttura, le notizie viaggiano molto più velocemente.

Perché siete così popolari in Bielorussia?

Abbiamo molte informazioni esclusive, molte fonti governative, molti documenti di alcune piccole agenzie pubbliche o imprese. Abbiamo anche molti documenti e informazioni riservate di alti funzionari, dell'amministrazione presidenziale e delle forze di sicurezza.

Le persone sanno per certo che entreranno e leggeranno ciò che non verrà detto loro da nessun'altra parte - semplicemente perché, se è scritto da media indipendenti situati in Bielorussia, questi inizieranno ad avere pressioni dei servizi speciali, avvertimenti o saranno a rischio chiusura. 

Non hai paura per i tuoi informatori e dipendenti?

Non ci sono stati (o quasi) casi in cui le persone hanno avuto problemi seri, tranne in un paio di occasioni. Ci sono stati alcuni casi in cui i nostri informatori sono stati effettivamente scoperti, ma a causa della ristrettezza del loro settore. 

Nelle forze dell'ordine si è arrivati ​​al punto in cui i dipendenti sono stati controllati con la forza. Coloro che non hanno superato il controllo sono stati puniti per aver diffuso qualche tipo di informazione ufficiale.

Eravete preparati al fatto che Internet venisse disattivato in tutto il paese? Come avete lavorato in questo periodo?

La cosa buona di Telegram è che si tratta dell'unica piattaforma che ha funzionato, in qualche modo. Lentamente, nessun caricamento multimediale, ma in qualche modo ha funzionato. La maggior parte delle persone in Bielorussia ha visto solo la versione testuale, ma almeno in questo modo è riuscita a ricevere informazioni su ciò che stava accadendo.

Abbiamo anche un gran numero di abbonati dall'estero, per i quali tutto funziona alla grande. Hanno diffuso le notizie in tutto il mondo, è fantastico, anche perché anche la maggior parte dei siti web del governo in Bielorussia non funziona ancora. Al momento, non si può nemmeno visitare il sito web della Commissione elettorale centrale bielorussa. 

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Questa è la bellezza del nuovo formato multimediale: quando non esiste un sito centralizzato, è impossibile in qualche modo bloccarlo o vietarlo. Tutti vi hanno accesso in maniera incondizionata.

Avete suggerito ai vostri follower come aggirare il blocco?

Sì, abbiamo consigliato attivamente ai nostri abbonati di utilizzare un proxy, utilizzare una VPN, utilizzare Tor e altri metodi per aggirare il blocco totale di Internet. Ma i server proxy erano così richiesti che gli indirizzi che abbiamo fornito sono risultati immediatamente "inattivi" per via di un sovraccarico. 

Pertanto, abbiamo cercato di fare più informazione, attrarre sviluppatori, persone altruiste che ci hanno aiutato con i server proxy, aumentando la larghezza di banda. Alcune aziende li hanno persino lanciati in aggiunta, inviandoci i collegamenti. Abbiamo cercato di fare del nostro meglio per garantire che ogni bielorusso avesse accesso incondizionato alle informazioni.

Abbiamo cercato di fare del nostro meglio per garantire che ogni bielorusso avesse accesso incondizionato alle informazioni.
Roman Protasevich
Caporedattore del canale Telegram bielorusso Nexta

Considerate la vostra una missione?

Facciamo ciò che nessun altro può fare al momento: diciamo in modo assolutamente onesto e aperto ai bielorussi cosa sta realmente accadendo, fornendo informazioni senza alcuna censura.

In termini di leggibilità e numero di lettori unici, siamo già diventati il ​​secondo media in Bielorussia. Penso che questo sia l'indicatore più eclatante della domanda, i numeri parlano da soli.

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Vi considerate portavoce dell'opposizione?

In Bielorussia, il concetto di opposizione è vago. Non abbiamo solo canali di notizie, abbiamo un gran numero di chat, anche in regioni con 100mila persone. Facciamo solo da portavoce dell'umore delle persone: ci limitiamo a trasmettere quello che dicono.

Sì, è possibile che ciò che pubblichiamo possa somigliare ad un appello, ma in realtà è solo una trasmissione di ciò che sta accadendo. In una certa misura, siamo portavoce che raccontano informazioni più ampie e dettagliate su ciò che sta accadendo e su ciò che le persone vogliono davvero.

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