I Paesi Bassi si preparano al cambiamento climatico

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Di Elena Cavallone
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Mentre gli Stati Uniti di Donald Trump si ritirano dall'accordo di Parigi, i Paesi Bassi adattano i loro paesaggi per far fronte ad una minaccia sempre più concreta

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Nessun Paese al mondo come i Paesi Bassi teme cambiamento climatico. Il riscaldamento globale e l’innalzamento delle acque rendono necessarie nuove soluzioni per evitare che il suo territorio venga sommerso dall’oceano. Dal 2011 Vicino all’Aia è in funzione il Zandmotor: un’opera da 20 milioni di euro di riempimento delle spiagge. Il concetto alla base del progetto pilota è quello di costruire con la natura. L’uomo qui ha fatto solo l’indispensabile: dopo aver prelevato dai fondali del Mare del Nord ben 21 milioni di metri cubi di sabbia ed averli depositati a riva, ha lasciato che fossero le correnti marine a distribuire in maniera naturale la sabbia lungo il litorale. Da allora, la spiaggia ha guadagnato almeno 50 metri in larghezza, mettendo al sicuro 30 km di costa per i prossimi 25 anni.

Nederlandse Zandmotor gaat Britse kust beschermen. Met mooie grafische impressie. https://t.co/W4zgJOy1Sl via NOS</a></p>— NatureCoast (NatureCoast) 14 settembre 2017

“Il cambiamento climatico è senza dubbio una minaccia per i Paesi Bassi – spiega Harold van Waveren, esperto nazionale di inondazioni- visto che il nostro paese è per il 40% al di sotto del livello del mare. Ogni metro di acqua in più è pericoloso per noi. Quello che pero’ abbiamo capito è che per proteggere il nostro paese non sono necessarie solo misure artificiali, come dighe e barriere di protezione, ma possiamo usare anche materiale naturale, come la sabbia “.
Ma la minaccia non viene solo dal mare: a inondare la terra sono anche le alluvioni destinate ad aumentare nei prossimi 100 anni. Per questo motivo il governo ha realizzato l’ Hoogwatergul Veessen, una struttura da 200 milioni di euro che permette di contenere e incanalare gli straripamenti del fiume IJssel.
Durante una normale alluvione, i suoi cancelli servono a frenare le esondazioni. Ma nel caso di una violenta inondazione, le porte si aprono per lasciare passare l’acqua, trasformando il gruppo di villaggi sulla destra in un’isola. La struttura serve quindi da ponte per collegare il centro abitato alla campagna circostante.
“Dobbiamo fare i conti con l’acqua – spiega Kristian Koreman, fondatore dello studio di architettura ZUS che ha progettato la struttura – dobbiamo accettare e vivere con l’acqua. E questo progetto è stato concepito in questo modo: per adattare e fare spazio a questi cambiamenti naturali, che sono ormai evidenti”.

The Hoogwatergeul in its final phase of construction as photographed by Kees van de Veen for nrc</a> <a href="https://t.co/KxygAL3TpZ">https://t.co/KxygAL3TpZ</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/deltaworks?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw">#deltaworks</a> <a href="https://t.co/i6HtMMai3L">pic.twitter.com/i6HtMMai3L</a></p>— ZUS (ZUSoffice) 9 febbraio 2017

Ma i Paesi Bassi rappresentano il paradosso europeo della lotta al cambiamento climatico. Per decenni sono stati tra i maggiori produttori mondiali di gas naturale, la cui principale componente è il metano. Per ridurre le emissioni di CO2, la strategia dell’Unione europea ha assegnato al gas naturale un ruolo di primo piano, poiché considerato considerato piu pulito del petrolio e del carbone. Eppure il metano, nel corto periodo, ha un effetto sul riscaldamento globale 3 volte superiore all’anidride carbonica. E’ quanto risulta dallo studio condotto dal Tyndall Centre for Climate Change Research su commissione della ONG Friends of the Earth. Gli scienziati mettono in guardia: se entro il 2035 questa fonte non verrà eliminata, l’UE mancherà completamente gli obiettivi dell’accordo di Parigi.

‘Either the #EU clearly rejects the #ParisAgreement, or it rejects new #gas infrastructure’ – Mary Church, FoE Scotland, at FoEint</a> press conference happening now at <a href="https://twitter.com/hashtag/COP23?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw">#COP23</a> <a href="https://t.co/CegsK6u0cf">pic.twitter.com/CegsK6u0cf</a></p>— Friends of the Earth (foeeurope) 10 novembre 2017

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