Verso i super computer europei del futuro

Verso i super computer europei del futuro
Di Euronews
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In occasione dei 60 anni dei trattati di Roma sette Paesi si sono impegnti ad investire per sviluppare insieme dei computer ad alto potenziale.

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Anche l’Europa avrà i suoi super computer. È è la promessa che si sono fatti sette paesi UE – Italia, Spagna, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi e Portogallo durante il digital day tenutosi nella città eterna. Giovedì i ministri della scienza e della ricerca, in occasione dei 60 anni dei trattati di Roma, hanno firmato una lettera d’intenti per finanziare lo sviluppo di elaboratori ultra veloci e sofisticati, ma molto costosi.
“È difficile anche per i grandi Stati membri dell’Unione europea – spiega Andrus Ansip, vice presidente della commissione europea – poter trovare da soli i finanziamenti, ed è ragionevole cooperare per mettere insieme le risorse finanziarie per creare computer sempre più all’avanuardia”.
Finora i 10 calolatori più potenti al mondo si trovano fuori dall’UE. Grazie al loro alto potenziale possono analizzare milioni di dati in tempo reale, con applicazioni che vanno dalla medicina all’urbanistica.
“Questa iniziativa avrà sicuramente successo – afferma il segretario si stato spagnolo Carmen Vela – ma solo se ci uniamo tutti. Ci sono altri paesi che dedicano più risorse, paesi che investono più soldi. Ma il nostro vantaggio è e abbiamo molte conoscenze e se lavoriamo insieme possiamo ovviare alla mancanza di risorse.”
Un progetto ambizioso, delle dimensioni di Airbus e Galileo, che permetterà a circa 1,7 milioni di ricercatori e 70 milioni di professionisti nel campo della scienza e della tecnologia di inserire e condividere dati provenienti da diversi paesi e discipline.
Roberto Viola, direttore Generale presso la Commissione europea, chiarisce che “i paesi investirori di base sono quelli in grado di trasmettere agli altri maggiori competenze in questo campo. Quindi è normale siano loro a firmare per primi, ma anche altri paesi ci hanno segnalato la volontà di aderire”.
Se avrà successo, il progetto sarà il primo esempio funzionante di un’ Europa a più velocità.

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