Xavier Bettel su euronews parla dei 60 anni dell'Europa

Xavier Bettel su euronews parla dei 60 anni dell'Europa
Di Euronews
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L'Europa compie 60 anni, tra divisioni interne e minacce esterne. Il primo ministro del Lussemburgo, stato fondatore del progetto europeo, ci rivela come funzionerà l'Europa a due velocità

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Frederic Bouchard, euronews:
Dopo 60 anni, non è forse l’inizio della fine del progetto europeo?

Xavier Bettel, primo ministro lussemburghese:
Al contrario, 60 anni è quando guardiamo a ciò che funziona bene ed è meglio che ci si renda conto di quello che funziona, che si ricordi che l’Europa è nata da un progetto di pace, con i due paesi, Francia e Germania, che poco prima erano nemici.”

Frederic Bouchard, euronews:
Ma pensa che la dichiarazione di Roma sia un passo importante per il rilancio del progetto europeo?

Xavier Bettel, primo ministro lussemburghese:
Quello a Roma non sarà un momento di trattative, sarà un momento per celebrare i 60 anni di pace, sono sessanta anni che ho delle libertà, dei diritti. Vivo in uno spazio dove posso andare a lavorare, vivere, sposarmi, morire, posso studiare, posso badare a me stesso, posso essere difeso, posso essere eletto, posso votare … è di tutto questo che ci dobbiamo ricordare.

Frederic Bouchard, euronews:
Il capo del partito di governo in Polonia rifiuta un’ Europa a due velocità, perché secondo lui ciò significherebbe una retrocessione in serie B per il suo paese. Condivide questa preoccupazione?

Xavier Bettel, primo ministro lussemburghese:
La questione dell’Europa a due velocità non significa che ci sia una velocità più un’altra velocità. Si tratta di progetti: non sarà una velocità seguita da tutti e una velocità seguita da nessuno. Prendiamo l’esempio dell’agenda digitale: conta 28 regolatori, ha 28 mercati, ma è bloccata tra gli Stati Uniti e l’ Asia, siamo schiacciati, bisogna capire che abbiamo bisogno di una strategia comune. Non è perché un paese dice: “non voglio” che tutti gli altri devono rimanere fermi. Bisogna avanzare caso per caso. Non sarà un’Europa di chi vuole e chi non vuole, si procederà argomento per argomento con coloro che vogliono andare avanti. Abbiamo già la cooperazione rafforzata, lo abbiamo visto con Schengen, abbiamo ha iniziato con alcuni paesi e poi si è estesa paese per paese, sarà così anche per il resto. Per l’euro è stato lo stesso. Alcuni dei Paesi all’inizio riluttanti può darsi che vorranno continuare a lavorare. Io non voglio vedere un’Europa in fase di stallo, e non sarò ostaggio di uno o l’altro per questioni di politica interna.

Frederic Bouchard, euronews:
Non sarà ostaggio della Polonia?

Xavier Bettel, primo ministro lussemburghese:
“E’ lei che lo dice. Ancora una volta riguardo la Polonia si tratta di caso per caso. Se la Polonia vuole bloccare tutto, allora che ce lo dica. Avanzeremo progetto per progetto, non ci saranno, da un lato, quelli che avanzano, e dall’altro lato, coloro che sono in stallo, anche se alcuni sembrano voler tornare indietro. Per me è un’Europa a velocità multiple dove avanzeremo piuttosto che rimanere fermi. Non mi lascerò bloccare a 27 ​​oggi, perché l’Unione europea non è restare fermi, non siamo ostaggio di un paese o dell’altro. Il mio piano è quello di rimanere a 27, avrei preferito 28, io rispetto questa decisione, e mi dispiace. Ma domani saremo a 27 e voglio continuare a 27, è il mio obiettivo principale. Ma dove non posso, non voglio che si non si faccia nulla. Ancora una volta, preferisco una Europa a due velocità che l’Europa in fase di stallo.

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