L'Ue mette sul piatto 3 miliardi di euro, in aiuto ai Paesi vicini

In collaborazione con The European Commission
L'Ue mette sul piatto 3 miliardi di euro, in aiuto ai Paesi vicini
Diritti d'autore euronews
Diritti d'autore euronews
Di Euronews
Condividi questo articolo
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Maia Sandu a Euronews: "La nostra economia ha bisogno di quest'assistenza. Non ci sono soldi nel budget attuale per sostenere l'economia"

L'Unione europea si è impegnata ad aiutare i Paesi partner vicini durante la pandemia. Non si tratta solo di fornire vaccini, ma anche di un prestito di emergenza (o assistenza macrofinanziaria) da 3 miliardi di euro a 10 Paesi partner vicini, duramente colpiti dalla crisi

La Moldavia, uno dei Paesi alle porte dell'Unione europea più poveri del continente, è stato colpito duramente dal coronavirus. Eccone un esempio in questa campagna, dove gli agricoltori, orgogliosi della loro industria casearia, hanno subito un doppio duro colpo: siccità e pandemia.

"Non abbiamo potuto importare i nutrienti dall'estero e, a causa della chiusura dei negozi, non abbiamo potuto comprare tutto ciò che ci serviva per la fattoria", spiega ai nostri microfoni Ana Pancrat, presidente dell'associazione moldava dei produttori di latte. "In una situazione simile, economicamente è durissima. Alcuni produttori di latte hanno stimato fosse più redditizio macellare le proprie mucche".

Una situazione ancora più precaria

Non sono solo i contadini a soffrire, ma tutta l'economia moldava. Il che si traduce in meno entrate fiscali, per uno Stato già logorato dall'aumento delle spese sanitarie e sociali.

Nei villaggi remoti, la solidarietà interviene per compensare le difficoltà finanziarie dello Stato. Ma non è sempre facile, come racconta Daniela Sevciuc, coordinatrice nazionale della Croce Rossa moldava: "L'elenco delle persone in povertà assoluta è diventato più lungo. Di conseguenza è più difficile anche per lo Stato aiutare tutti".

Già prima che arrivasse il virus, la situazione era precaria. Con un salario medio lordo di 350 euro al mese, un quarto della forza lavoro ha lasciato il Paese. Due volte dal 2010, Bruxelles ha accordato alla Moldavia un'assistenza macrofinanziaria.

Euronews
Tasso di crescita e disoccupazione nel 2019 in MoldaviaEuronews

Nonostante questo, nel 2019 la Moldavia aveva ancora un tasso di crescita tutto sommato decente, del 3,6%... e il tasso di disoccupazione era al 5,1%. Il governo stava addirittura pensando di lanciare un programma di costruzione di infrastrutture pubbliche. Ma la pandemia ha rimescolato le carte in tavola.

Lo scorso aprile, l'Unione europea ha concesso un prestito di 100 milioni di euro a questa ex repubblica sovietica. Abbiamo chiesto a Maia Sandu, nuova presidente del Paese, come quest'assistenza macrofinanziaria potrebbe aiutare la Moldavia a rialzarsi. "La nostra economia ha bisogno di quest'assistenza, perché le aziende moldave non hanno avuto alcun sostegno l'anno scorso", risponde Sandu. "E non ci sono soldi nel budget attuale per sostenere l'economia. Questo significa perdere posti di lavoro, redditi. Per molte persone, significa la povertà".

Euronews
La presidente moldava Maia SanduEuronews

Questo prestito, tuttavia, è condizionato. I primi 50 milioni sono stati erogati nel novembre 2020. Il resto verrà trasferito alla banca centrale moldava solo dopo che il Paese avrà approvato le riforme per combattere la corruzione e rafforzare lo stato di diritto e la governance economica. "Sono d'accordo con la condizionalità, che va di pari passo con le richieste del popolo di una buona governance", dice la presidente moldava. "Perché i contribuenti dell'Unione europea vogliono sapere che il denaro che hanno dato ai moldavi, arrivi ai moldavi e li aiuti e non finisca per essere usato male da persone corrotte, anche in parlamento o in altre istituzioni statali".

Dumitru Pîntea è un economista di Expert Grup, una delle organizzazioni incaricate di monitorare queste condizionalità. Per Pîntea quest'obiettivo non sarà raggiunto senza cambiamenti politici nelle prossime settimane: "La Moldavia non può probabilmente attuare queste precondizioni. Non ha un governo plenipotenziario, al momento, che può attuare le riforme e allo stesso tempo, questo governo non ha sostegno in parlamento. La maggioranza dei deputati è contro le riforme e contro queste condizionalità".

Oltre alla Moldavia, le riforme condizionano la rata dell'assistenza macrofinanziaria in altri 9 Paesi beneficiari.

Le condizioni di quest'assistenza macrofinanziaria

La Commissione europea sta fornendo 3 miliardi di euro in assistenza di emergenza a 10 dei suoi Paesi vicini, per aiutarli ad attutire il colpo delle ricadute economiche della pandemia. Questi includono Paesi candidati per l'adesione all'Unione, potenziali candidati e Paesi vicini.

Conosciuta come assistenza macrofinanziaria, arriva principalmente sotto forma di prestiti, con condizioni molto favorevoli e bassi tassi d'interesse. Viene generalmente pagata alla banca centrale del Paese e usata dal governo per stabilizzare le sue finanze pubbliche.

Per ricevere il denaro, i Paesi devono aver firmato un programma di finanziamento con il Fondo Monetario Internazionale (FMI), devono soddisfare le condizioni per il rispetto dei diritti umani, attuare riforme democratiche, economiche e di governance e reprimere la corruzione.

Europa prospera e sicura se anche i vicini lo sono

Il commissario Olivér Várhelyi è responsabile della politica di vicinato e dell'allargamento dell'Unione europea. Ci spiega perché questa assistenza finanziaria è così importante in questo momento: "L'Europa non sarà mai un luogo sicuro e prospero fino a quando il vicinato stesso non sarà sicuro e prospero. Sicuro, nel senso che si riprenderà dalla crisi sanitaria e prospero, nel senso che si riprenderà dalle ripercussioni economiche che la crisi sanitaria ha creato".

Euronews
Olivér Várhelyi, eurocommissario responsabile della politica di vicinato e dell'allargamento dell'UeEuronews

Agli spettatori dell'Unione che osservano e si chiedono perché il denaro viene speso fuori dall'Europa, cosa dice loro?

"Per perseguire i nostri interessi, dobbiamo essere presenti in questi Paesi, quindi contribuire alle loro necessità, aiutarli nelle loro priorità. Questo significa anche creare un mondo che assomigli all'Unione europea, pur restando fuori dall'Unione europea. Questo ci darà opportunità d'investimento prevedibili per le nostre imprese, più scambi con questi Paesi in termini di visite commerciali e turistiche... e naturalmente, stabilità e sicurezza alle nostre frontiere".

Abbiamo sentito nel nostro servizio poco fa che sembra improbabile che la Moldavia sarà in grado o addirittura disposta ad attuare le riforme economiche necessarie per avere la seconda rata di questa assistenza macrofinanziaria. Quanto è preoccupato per questo?

"Non sono preoccupato. Ho incontrato la presidente e credo che il suo impegno sia molto solido. Sono molto fiducioso che rispetteranno tutte le condizioni. Non è nell'interesse dell'Unione europea perseguire questi obiettivi che abbiamo fissato insieme con la Moldavia, è nell'interesse del popolo moldavo attuare tutte queste riforme, perché questo renderà il loro sistema giudiziario, il loro sistema economico, molto più resistente e decisamente in grado di riprendersi dalla crisi pandemica".

Condividi questo articolo