Bertrand Piccard: da una a 1000 avventure per un mondo più pulito

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Di Isabelle Kumar
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Incontro con l'esploratore, avventuriero, psichiatra, convinto che "L'impossibile non esiste nella realtà".

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Ho già incontrato Bertrand Piccard un paio di volte per brevi interviste e ho sempre voluto saperne di più sulla sua vita, così ricca di emozioni e di successi. Sono stata felice di avere l'opportunità di farlo per Disrupted. Ci siamo incontrati nella sua città natale, Losanna.

L'avventura nel sangue

È una giornata grigia e umida. Bertrand Piccard, vestito di nero, passeggia con un aspetto più da architetto di classe che da esploratore di fama mondiale. L'azzurro dei suoi occhi brilla con un'intensità che ho raramente incontrato. Il suo entusiasmo travolge me e la troupe che mi accompagna nelle riprese. Anche perché è un ottimo conversatore e una persona molto gradevole.

Bertrand Piccard ha l'avventura nel sangue. Il padre e il nonno erano entrambi rinomati esploratori; i suoi modelli di riferimento erano, mi dice, "astronauti, esploratori, sommozzatori, ambientalisti".

Si riconosce immediatamente nella logica del programma, perché per lui "Disrupted", destabilizzante, rivoluzionario, è esattamente alla radice del suo modo d'essere. Essere un esploratore, ci svela, "È voler essere un elemento perturbatore. Un esploratore è qualcuno che non si accontenta dello status quo, di quello che vede, di quello che ha". 

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Dalla mongolfiera a Solar Impulse

La prima grande impresa di Piccard è un volo da record intorno al mondo in mongolfiera: "Sono stati 20 giorni senza interruzione in aria, 45 mila chilometri, il volo più lungo nell'intera storia dell'aviazione". Un viaggio che si sarebbe potuto concludere con un fallimento, nella peggiore delle ipotesi con la morte. "Siamo atterrati con 40 chili di propano liquidorimasti dai 3.700 chili che avevamo all'inizio. Quindi ho pensato: se voglio fare meglio, devo cambiare questo paradigma. Devo essere ancora una volta sovversivo e realizzare un mezzo che non ha bisogno di carburante".

È così che nasce l'idea di Solar Impulse. Bertrand Piccard si fa aiutare da André Borschberg, pilota, ingegnere, e come lui esploratore svizzero. Ci vorranno più di 10 anni per costruire un un velivolo funzionante alimentato solo da energia solare, un'impresa che quasi tutti gli esperti d'aviazione avevano ritenuto impossibile. Nel 2015 decollano da Abu Dhabi. 505 giorni dopo, hanno fatto il giro completo del globo, un viaggio di 42.000 chilometri.

Dalle energie rinnovabili, la realizzazione dell'impossibile

Un volo storico, alimentato non soltando dal sole, ma dall'incrollabile volontà di mostrare al mondo il reale potenziale delle tecnologie rispettose dell'ambiente. "Volevo dimostrare che le tecnologie pulite e le energie rinnovabili potevano realizzare l'impossibile. È questo fondamentalmente che volevo mostrare, e l'idea sovversiva cheun aereo potesse volare di notte senza carburante, solo con energia solare".

Il viaggio ha anche insegnato a Piccard qualcosa su se stesso: "Ho imparato a essere perseverante perché ero molto impaziente in passato, quand'ero più giovane, e Solar Impulse era lungo il triplo di quel che pensavo e costava 5 volte tanto. Per cui ho dovuto lavorare duro per riuscirci. Ho imparato che non bisogna mai avere paura di fallire, altrimenti non si tenta nulla".

Tuttavia, nonostante l'importante valore simbolico del risultato, Piccard che consapevole del fatto che in termini pratici l'energia solare non può fornire soluzioni immediate ai viaggi aerei commerciali: "Solar Impulse aveva un'apertura alare di 72 metri e viaggiava a 45 chilometri all'ora con una sola persona a bordo. È per questo che avevamo abbastanza energia dal sole per poter volare. Ma non è una soluzione pratica per 200 passeggeri. Sull'Airbus 380, penso che se le ali fossero interamente ricoperte di celle solari, si otterrebbe solo l'energia necessaria per l'intrattenimento a bordo".

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Bertrand Piccard e Isabelle KumarEuronews

Da una a 1000 avventure

Bertrand Piccard è ora passato a un nuovo capitolo delle sue esplorazioni, probabilmente il più arduo finora. Da una sola avventura è passato ad affrontarne mille. Piccard intende cambiare il mondo rendendolo più pulito con un'idea semplice. Con la sua fondazione, sta selezionando 1000 soluzioni in grado di proteggere l'ambiente ed essere redditizie allo stesso tempo. Una volta che avrà completato  il suo portfolio, girerà il mondo per la terza volta per presentare queste soluzioni a decisori e leader mondiali, che, dice, sono stati finora molto ricettivi del suo lavoro. "Tutti hanno obiettivi ambientali oggi, emissioni zero entro il 2040 o il 2050, ma nessuno ha idea di come arrivarci. Io voglio mostrare che tutte queste soluzioni esistono già, nelle piccole start-up e nelle grosse multinazionali. In totale esistono centinaia di queste soluzioni che possiamo usare per raggiungere obiettivi più ambiziosi per quanto riguarda politiche ambientali ed energia".

Piccard ha l'esplorazione nel sangue...

Piccard ci è quasi arrivato. Finora ha trovato e ha apposto il suo marchio a oltre 800 iniziative e punta a raggiungere l'obiettivo 1000 entro l'inizio del 2021. Parla con entusiasmo di alcune di queste soluzioni: "Abbiamo quelle che consentono di risparmiare o purificare l'acqua, il modo di creare energia dalle onde, abbiamo il modo di isolare gli edifici molto meglio, avere edifici intelligenti e pompe di calore. Abbiamo il modo per ottenere energia solare a costi molto più bassi, che costa un quarto dell'elettricità generata da petrolio, gas, carbone o nucleare. Abbiamo sistemi per rendere le auto molto più ecologiche, un piccolo dispositivo che si installa sul motore per 500 dollari e fa risparmiare il 20 per cento del carburante e riduce dell'80 per cento le emissioni di particelle tossiche".

E prosegue: "Si creano posti di lavoro, si guadagna denaro sostituendo ciò che è inquinante con ciò che protegge l'ambiente. Oggi, con tutti i miliardi di euro e di dollari che inondano il mercato per la ripresa dalla crisi del Covid, è il momento migliore per sostituire le infrastrutture con sistemi molto più moderni che si pagano da sé. È così che creeremo posti di lavoro e guadagneremo denaro".

A sentirlo spiegato da lui, il suo progetto sembra un gioco da ragazzi. Per lui è niente meno che un miracolo: "Tutti aspettano la soluzione che faccia il miracolo. Il miracolo è che ci sono tante soluzioni ciascuna con un piccolo risultato. E mettendole tutte insieme si cambia il mondo, si cambia la tecnologia, si cambia il modo di proteggere l'ambiente".

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