Smart home: la soluzione per affrontare crescita demografica e invecchiamento della popolazione

La tecnologia e le comunicazioni di un tempo sono ben lontane da ciò che conosciamo oggi. Allora non esistevano 5G, wi-fi e social media. L'innovazione digitale e la connettività continuano ad ampliare la gamma delle possibilità, per migliorare la qualità della vita.
L'intelligenza artificiale è uno dei grandi cambiamenti tecnologici. E nella città greca di Patrasso i ricercatori la usano per rivoluzionare le nostre case. Visto che si vive più a lungo - mettendo a dura prova i servizi sanitari e di assistenza - il cosiddetto assisted living è sempre più d'attualità.
In quest'università, stanno testando quella che potrebbe essere la smart home (o "casa intelligente") del futuro. Il suo obiettivo: preservare l'indipendenza di anziani, disabili o malati cronici.
Come funzionano queste "case intelligenti"
Kostas Koutsopoulos ha 69 anni e sta testando la domotica installata in una casa. Sulla parete c'è uno "specchio intelligente". Attraverso il riconoscimento facciale, rileva i segni di malessere.
"Lo specchio misura parametri fisiologici di base ma essenziali, come la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna", spiega a Euronews Christos Antonopoulos, assistente professore all'Università di Patrasso. "Oppure può monitorare la pupilla oculare, dalla quale si possono rilevare eventuali problemi futuri al fegato e non solo. E tutte queste informazioni vengono trasmesse direttamente al medico o ai familiari".
I servizi ospedalieri vengono trasferiti a casa, insomma.
Kostas pratica esercizi di riabilitazione. Muovendo il suo corpo, deve mantenere nel cerchio verde il punto visualizzato sullo schermo. Grazie a un sensore informa direttamente il medico dei suoi progressi.
"Al momento, l'infrastruttura ospedaliera convenzionale è al limite delle sue capacità. In futuro sarà anche peggio", dichiara il professor Antonopoulos. "È chiaro quindi che trasferire il maggior numero possibile di servizi dall'ospedale a casa sarà cruciale e molto utile, per l'istituzione stessa e per il sistema di assistenza nel suo complesso".
Attraverso comandi vocali si possono aprire e chiudere porte e finestre, si possono spegnere e accendere luci. I sensori monitorano anche i movimenti dei residenti, rilevando, ad esempio, i primi segnali di demenza, in caso di improvvisi cambiamenti di comportamento.
"Sarei felice di avere questa tecnologia a casa mia, perché garantirebbe la mia sicurezza", racconta Kostas Koutsopoulos. "Sarebbe come avere il dottore con me, a casa".
Un sistema che rispetta la privacy
Questa smart home è gestita da un sistema cloud, che utilizza l'intelligenza artificiale. Ma si tratta di un'intrusione nella privacy?
"Monitoriamo eventi: ad esempio, nel caso di una caduta, sappiamo che è avvenuta una caduta, ma questo è tutto. Non raccogliamo dati, immagini o video della persona", dice Nikolaos Voros, professore all'Università del Patrasso.
L'arrivo in Europa del 5G potrebbe accelerare la diffusione dei dispositivi per la domotica. "Huawei è presente in Europa da 20 anni e sta lavorando insieme a università e altri partner, per implementare tecnologie come l'intelligenza artificiale - combinata con il 5G -, in aiuto al settore sanitario e per incoraggiare la competitività e la crescita in Europa", spiega Angeliki Dedopoulou di Huawei.
Come affrontare crescita demografica e invecchiamento della popolazione. Questa è una sfida per l'Europa e non solo.
La smart home che si sta sviluppando qui a Patrasso potrebbe essere la soluzione.