L'intelligenza artificiale al servizio della produttività e del benessere degli operai

In collaborazione con The European Commission
L'intelligenza artificiale al servizio della produttività e del benessere degli operai
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Di Julian GOMEZAndrea Bolitho
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Come può l’automazione contribuire a stimolare la competitività dell’industria europea migliorando al contempo la produttività e il benessere degli operai?

Come e fino a che punto l’intelligenza artificiale può contribuire a stimolare la competitività dell’industria europea migliorando al contempo la produttività e il benessere degli operai? Dei ricercatori europei hanno progettato e stanno attualmente installando in Finlandia una serie di soluzioni tecnologiche.

Umano e macchina al lavoro insieme: è la quarta rivoluzione industriale

L’azienda metalmeccanica Prima Power, a Seinäjoki, sta sperimentando due delle soluzioni di Factory2Fit, un progetto da 4 milioni di euro che ha esplorato nuovi modi in cui umano e macchina possono lavorare insieme. Secondo la ricercatrice Eija Kaasinen, l’obiettivo sarebbe di mettere al centro la persona: “Possono partecipare alla progettazione del loro ambiente di lavoro e di come il lavoro è organizzato. Queste soluzioni forniscono loro anche modi di condividere le loro conoscenze, che spesso sono taciute e non sono molto visibili”.

In tutto il mondo intelligenza artificiale, automazione e robotica stanno trasformando i metodi di produzione. È la cosiddetta quarta rivoluzione industriale. “Naturalmente rimangono degli elementi manuali - concede la scienziata -, ma il lavoro sta diventando sempre più intellettuale, si tratta più di lavorare con le controparti virtuali degli oggetti fisici nel mondo fisico”.

Condividere le conoscenze per prevenire i problemi

La soluzione pre-formazione utilizza modelli 3D e tutorial installati nel cloud, mentre la soluzione di condivisione della conoscenza è un modo di sfruttare al massimo l’esperienza maturata dal lavoratore nell’uso di questo complesso macchinario, soprattutto nella gestione degli imprevisti. La progettista del software, Mariia Kreposna, ci mostra che “L’operatore può aprire una finestra di dialogo aggiuntiva per ottenere ulteriori informazioni sulla situazione. Questo viene fatto condividendo del testo aggiuntivo, una descrizione, immagini o video, in modo che in futuro, ogni volta che scatterà l’allarme con lo stesso codice, l’operatore sarà in grado di apprendere non solo i rimedi standard, ma anche altre possibili ragioni e come prevenire questa situazione in futuro”.

Non solo feedback negativi

Nella fabbrica della Elekmerk, a Keuruu, i lavoratori hanno testato la Worker Feedback Dashboard, uno strumento di monitoraggio biometrico simile a un Fitbit, accompagnato da un’app. La ragione per aver sviluppato questo strumento, spiega la ricercatrice Païvi Heikkilä, è che “Dalle interviste che abbiamo fatto agli operai durante il progetto è risultato che spesso ricevevano solo feedback negativi quando qualcosa non andava bene, per cui abbiamo voluto sviluppare un’applicazione in grado di dare anche un feedback positivo sulla fluidità del lavoro e sui risultati, un feedback per le cose che vanno bene”.

Uno dei cinque lavoratori che hanno indossato il bracciale nei tre mesi del progetto pilota, Ville Vuorela, dice di essere contento di aver partecipato: “Mi ha sorpreso scoprire a che punto dormire bene influenzasse le mie prestazioni lavorative. Insieme alle attività ricreative, il sonno è stato davvero importante per le mie prestazioni in generale sul lavoro”.

Proteggere i dati dei lavoratori

Un’esperienza che però non ha mancato di sollevare timori su un eventuale uso improprio dei dati dei lavoratori. Heikkilä però assicura che “Nello sviluppo di questo tipo di soluzioni prendiamo sempre in considerazione le questioni etiche, e ci teniamo a sottolineare che vanno applicate esclusivamente su base volontaria”.

I dati raccolti sono conservati su un server esterno al sistema della fabbrica.

I ricercatori si aspettano che almeno alcune delle loro soluzioni siano disponibili sul mercato entro la fine del 2020.

Journalist • Selene Verri

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