"Esprit": la piccola auto del futuro eco-friendly

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Di Julian GOMEZ
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"Esprit 2020": le auto del futuro che si muovono insieme come trenini

Un trenino fatto di piccoli veicoli elettrici per aiutare a migliorare i sistemi di trasporto nei centri urbani. E' possibile? Gli scienziati europei pensano di essere sulla strada giusta per fornire delle risposte a questa domanda e hanno voluto spiegarci qual è la loro soluzione.

Nuovi mezzi di trasporto eco-friendly

I ricercatori del progetto di ricerca europeo "ESPRIT" vedono questi mezzi come uno strumento per migliorare il car sharing all'interno di centri urbani e delle aree suburbane. Secondo il loro punto di vista, i pendolari possono usare questi veicoli per andare da casa alle fermate dei mezzi di trasporto pubblico più vicini, senza usare l’auto. Il sistema di accorpamento è pensato per rendere più efficiente la loro distribuzione, contribuendo a far corrispondere domanda e offerta.

Valérie Cervante, ingegnere e Coordinatrice del progetto, ci spiega che un operatore di servizio può portare i veicoli ovunque siano necessari. "Guidando solo un veicolo, è possibile trasportare a bordo fino a sette persone e portare i pendolari dove devono andare."

Sono uniti come i vagoni dei treni. La principale sfida era trovare come prevenire le oscillazioni laterali. Il sistema collega i veicoli elettro-meccanicamente, aumentando la stabilità e l'efficienza della trasmissione di energia da un'unica stazione di ricarica. "La nuova caratteristica di questo sistema è che i segnali, cioè i comandi di controllo, possono essere trasmessi tra i veicoli e che il bilanciamento del peso può essere diviso tra i veicoli stessi”, ci racconta Markus Heinich, ingegnere presso Hörmann.

Trenini fatti di piccole auto a emissioni zero

In questi laboratori sono stati testati sistemi sosfisticati per lo sterzo, per la propulsione e la frenata dei veicoli. I test, dicono gli scienziati, hanno fornito un buon background per consentire al trenino stradale di agire in sicurezza anche in retromarcia.

Secondo l'esperto informatico di CEA, Julien Dauchy: "Ogni veicolo ha due motori: uno nella parte anteriore e uno nella parte posteriore, il che significa che quando rimorchiamo 8 veicoli, abbiamo 16 motori da pilotare, quindi abbiamo dovuto sviluppare sistemi di comando e di gestione molto complessi. Abbiamo dovuto prima sviluppare algoritmi diversi tenendo conto di vari parametri, tra cui la massa dei veicoli, quindi abbiamo testato l'intera piattaforma nel suo complesso e sui veicoli stessi ovvero sulla strada."

Agli informatici è stato richiesto di sviluppare modelli per prevedere la futura distribuzione, domanda ed entrate dei mezzi. Parametri come distanze, popolazione, abitudini dei pendolari, tempi di viaggio e di attesa o costi di ridistribuzione dovevano essere presi in considerazione molto attentatamente. "Sono necessari ingenti investimenti per costruire queste stazioni di ricarica, quindi è necessario definire una buona strategia che ci consenta di decidere dove installare queste stazioni di e quanto dovrebbero essere grandi", sottolinea l'esperto Raffaele Bruno, del CNR di Pisa.

Le batterie, al momento, hanno un'autonomia di circa 50 km. Il tempo di percorrenza medio non dovrebbe essere superiore ai 10 minuti. "È un sistema progettato per integrare la rete di trasporti pubblici ... quando le persone non vogliono prendere i mezzi, perché vivono, o lavorano troppo lontani. Quindi il nostro obiettivo è semplicemente quello di offrire ai pendolari un nuovo strumento per consentire loro di prendere i mezzi pubblici invece delle loro auto, ridurre l'inquinamento, gli ingorghi e le emissioni di CO2", prosegue la coordinatrice del progetto "Esprit".

Secondo i suoi sviluppatori, ogni veicolo può viaggiare fino a 65 km/ora. Al momento il progetto è ancora in fase di prova in Francia, Spagna e Regno Unito.

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