Robot subacquei per proteggere Venezia

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Di Euronews
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Primo test di intelligenza artificiale nel mondo sottomarino della Laguna

L’Arsenale di Venezia ha ospitato a metà settembre il primo e piu’ grande test di intelligenza artificiale subacquea. E’ un progetto europeo di Horizon 2020, chiamato “subCULTron” e realizzato in collaborazione con le Università di Graz, Zagabra e Bruxelles e con il consorzio Corila, costituito da due Università di Venezia e da quella di Padova.
Protagonisti di questo test sono stati veri e proprio robot: un pesce, un mollusco e una ninfea, quindi organismi molto diversi tra di loro, ma ugualmente in grado di comunicare e diffondere dati che, in un futuro nemmeno troppo lontano, potrebbero essere utili per salvaguardare il fragile ecosistema sottomarino di Venezia. Lo spiega meglio il coordinatore dell’attività di ricerca della Laguna, l’ingegner Pierpaolo Campostrini: “Questi robot possono simulare le reazioni del mondo subacqueo al passaggio, ad esempio, di una nave e quindi ci potrà permettere, analizzando i dati, di stabilire un limite di velocità e di passaggi”.

Davvero una bella sfida, che riguarda anche i sistemi di comunicazione, in quanto né i segnali Wi-Fi nè GPS funzionano sott’acqua. Quindi gli scienziati di questo progetto europeo di ricerca hanno puntato sulle tecnologie sonore.

Il capoprogetto è il biologo austriaco Thomas Schmickl, dell’Università di Graz. “Per i problemi di comunicazione abbiamo sviluppato ulteriormente le nostre tecnologie”, spiega Schmickl. “Ad esempio, nel robot-mollusco abbiamo inserito all’interno un particolare “senso”, ispirato da alcuni pesci che l’hanno sviluppato durante la loro evoluzione biologica in Africa e in Sud America. il cosiddetto “senso elettrico”, con cui possono vedere anche in acque agitate e riconoscere il loro habitat. E i nostri robot posso addirittura costruire un campo elettrico con cui possono comunicare reciprocamente persino nelle acque turbolenti di Venezia, vedere gli oggetti nel loro ambiente e reagire ad essi”.

Alla fine del progetto, i ricercatori sperano di poter sviluppare e testare almeno 120 di questi robot, da sperimentare ancora, a Venezia e altrove.

Per maggiori informazioni: www.subcultron.eu

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