Satelliti oceanografici, la nuova frontiera per studiare i cambiamenti del nostro Pianeta

Satelliti oceanografici, la nuova frontiera per studiare i cambiamenti del nostro Pianeta
Di Euronews
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Siamo a Plymouth a bordo di questa nave nel canale della Manica. Oggi vedremo come i satelliti vengono utilizzati per cercare di capire e studiare

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Siamo a Plymouth a bordo di questa nave nel canale della Manica. Oggi vedremo come i satelliti vengono utilizzati per cercare di capire e studiare meglio i nostri oceani. Questi coprono il 70 per cento della superficie terrestre.

Plymouth è una delle città portuali storiche dell’Inghilterra, un luogo da cui marinai, soldati e scienziati sono partiti per esplorare il mare nel corso dei secoli. Nulla è cambiato. Siamo con il team del Laboratorio Marino nella loro stazione di monitoraggio sulla Manica. A bordo dell’imbarcazione c‘è anche lo scienziato spagnolo Victor Martinez Vicente, un esperto nel combinare i dati dei satelliti spaziali con i dati della superficie del mare: “raccogliamo campioni di acqua da una certa profondità e poi li trasferiamo in queste bottigliette di laboratorio”.

Questi campioni sono preziosi per gli oceanografi in quanto forniscono informazioni sulla vita reale. Danno un quadro più ampio di come i nostri oceani si stanno modificando. “E’ un approccio utile, usiamo questi campioni per avere una idea reale di quello che sta succedendo nell’ambiente, per misurare le interazioni tra tutti i vari parametri – chimici, fisici e biologici. Per poi mettere in relazione questi dati con quello che i satelliti hanno captato”, spiega l’ocenaografo James Fishwick.

I campioni saranno studiati per il colore, perché il colore, raccontano i ricercatori, sono fondamentali per capire come si evolve l’ecosistema marino, come le alghe microscopiche che sono alla base della catena e producono la metà dell’ossigeno sul pianeta Terra. Entro la fine dell’anno “Sentinel 3”, il satellite dell’ESA, si unirà agli altri osservatori spaziali già in orbita attorno al nostro Pianeta. Ogni missione Sentinel è costituita da due satelliti per assicurare la massima copertura della superficie terrestre. Questo apre una nuova fase per lo studio degli oceani.

“Per attraversare l’oceano dal polo nord al polo sud con un satellite ci vogliono 50 minuti, per completare il cerchio. Dato che l’operazione viene fatta 14 volte al giorno, c‘è una copertura globale praticamente sempre. Con una barca ci impiegheresti un anno”, fa notare Jérôme Benveniste, ricercato all’ESA.

Sappiamo, da tempo, che gli oceani sono fondamentali per la vita sul nostro pianeta, soprattutto per quanto riguarda il clima. Ora, grazie a questi satelliti, possiamo davvero riuscire ad avere una visione completa su ciò che sta accandendo sulla Terra. “Dallo spazio misuriamo i parametri fisici, come la temperatura, la salinità, la massa per la variazione del campo di gravità, si misura anche l’altezza del mare, inoltre si studia il colore dell’oceano e altri fenomeni”, prosegue Benveniste.

Dalla spazio si può insomma capire molto, ma si devono sempre tenere sotto il controllo i dati relativi alle ricerche in mare aperto. E così tra gli strumenti che troviamo a bordo di questa imbarcazione c‘è anche un nuovo dispositivo per il controllo automatico della luce solare.

Un parametro, come il colore degli oceani, può rivelare molto sul nostro pianeta. E dirci come il mare si sta adattando ai cambiamenti. “I fitoplancton, di cui parlavo, sono microscopici, molto attivi, si possono paragonare in qualche modo ai canarini usati nelle miniere di carbone per monitorare l’ossigeno. Rispondono infatti molto rapidamente a qualsiasi cambiamento in corso”, ci racconta la scienziata Shubha Sathyendranath.

L’uso dei satelliti per lo studio degli oceani significa che ogni parametro può essere monitorato, mappato, e modellato su scala globale. In questo modo i ricercatori possono davvero iniziare a trovare punti di contatto tra il colore degli oceani, l’altezza della superficie del livello del mare, e la temperatura. “Il livello del mare è in aumento, non ovunque e non in modo uniforme, ma è un trend. Le temperature dell’oceano sono aumentate, le temperature della superficie non così tanto negli ultimi due anni, un aspetto questo che sta interessando gli scienziati”, prosegue la Sathyendranath

Con tutti i dati attualmente disponibili, e provenienti da svariate fonti, dal mare allo spazio, stiamo cominciando ad avere una visione sempre più vasta degli oceani.

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